Editoriale

L’estremo tentativo con Bucchi-Nobili

07.03.2013 08:23

ONORATELA


Provare a compiere il miracolo, dato che l’aritmetica prima ancora che la classifica corta  lo consente, oppure, se preferite stante la difficilissima situazione, salvare il salvabile per chiudere con dignità la stagione: a 11 partite dalla fine il Pescara vive nel limbo tra il dovere di provarci fino all’ultimo e la rassegnazione che sembra dominare, non a torto, nell’ambiente.

Che sarebbe stata una stagione di sofferenza lo si sapeva, ed era anche naturale che lo fosse per una matricola al ritorno in A dopo 20 anni di assenza e tante vicissitudini alle spalle, che lo fosse fino a questo punto forse no. Era lecito infatti quanto meno sperare in altro, nulla di trascendentale, ma non quella che sembra un’agonia senza fine a meno che l’estremo tentativo messo in atto nel post Udinese non produca un immediato, drastico ed inaspettato cambio di rotta.

Non c’è più Bergodi, che da tempo ormai sembrava aver perso la sua carica emotiva con la squadra mentre faticava sempre più a celare il proprio disagio dopo la chiusura del mercato di Gennaio. Non c’è Galeone nel ruolo di supervisore e non c’è Giampaolo, inghiottito da un fantasma, quello di Zeman, non solo per l’ingombrante passato ma anche per il possibile futuro. C’è un traghettatore. Non è Caronte, ma Christian Bucchi che appena due stagioni fa era ancora in campo, con la casacca biancazzurra indosso, e da pochi mesi ha intrapreso la carriera di allenatore iniziando con la Primavera dannunziana. Avrà la deroga per sedersi in panchina per 4 gare e gli verrà affiancato un tecnico con il patentino idoneo (Bruno Nobili). Un nuovo esordiente, il terzo, con ancor meno esperienza dei due predecessori: a lui non si chiede il miracolo, si chiede di fare il massimo possibile.

Coraggio, orgoglio e, soprattutto, dignità: questi sono i punti cardine del nuovo corso. Entusiasmo, voglia e spregiudicatezza sono la ricetta di Bucchi. Probabilmente non basteranno per compiere il miracolo; per salvare il salvabile e chiudere con dignità forse si. Errori in questa stagione, per inesperienza ed altri motivi, sono stati compiuti a più riprese senza porvi necessario rimedio.

Di scommesse ne sono state fatte tante, era preventivabile non vincerle tutte essendo state troppe tutte insieme. Ci auguriamo, qualora le cose andassero definitivamente male, che gli sbagli fatti siano serviti da lezione. Perché è vero che solo chi fa può sbagliare, anche se in buona fede, ma è anche vero che errare è umano, perseverare è diabolico. 

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