
Il bicchiere mezzo pieno...
Ma per la salvezza serve di certo qualcosa in più
Un punto che pesa tantissimo e che rappresenta un buon viatico per la prossima sfida. Il Pescara che è già tornato al lavoro per preparare la trasferta di domenica a Genova accoglie il pari al fotofinish strappato al Sudtirol quasi come un successo. E il motivo è presto spiegato, perchè togliere all'ultimo respiro 2 punti ad una diretta concorrente alla salvezza, quando tutto lasciava presagire a ben altro epilogo, e tornare subito a muovere la classifica dopo l'immeritato stop di Modena rappresentano vera benzina per la truppa. La prestazione è stata nel complesso indubbiamente in tono minore, un grosso passo indietro rispetto alle precedenti tre uscite sul piano del gioco, ma se in una serata non brillante riesci a limitare i danni, e lo fai in gare dove i punti valgono doppio, allora bisogna vedere il bicchiere mezzo pieno. Ancora una volta sono stati il carattere e la voglia di dare tutto fino alla fine a fare la differenza e sono aspetti imprescindibili per una matricola che ha come obiettivo quello di mantenere la categoria appena conquistata, ma di certo alla lunga non possono bastare da soli. Oggi va bene così, ma in prospettiva servirà ben altro per competere fino alla fine, sviluppando quei margini di crescita che ci sono e magari avendo anche una mano dal mercato a gennaio, quando sarà fondamentale colmare alcune lacune in organico (una su tutte: un centrocampista in più che abbia fisico, capacità di interdizione ma anche geometrie). Adesso bisogna fare di necessità virtù, in tutto e per tutto, e allora non si butta via nemmeno un pareggio interno, soprattutto per come è arrivato anche se non si è sfruttato a dovere quel fattore campo che nel torneo cadetto è necessario mettere a frutto il più possibile (e adesso sono 4 i match interni mandati in archivio nelle prime 6 uscite totali). Su un campo che di certo non aiutava il fraseggio e contro un avversario di categoria, spigoloso e organizzato, plasmato ad immagine e somiglianza del suo condottiero, la banda Vivarini ha riscosso il credito con la Dea Bendata che aveva accumulato soli 3 giorni prima al Braglia. Il Pescara, infatti, ha costruito pochissimo e raccolto di più di quanto seminato, perchè al netto di un paio di tiri da fuori di Valzania, certamente non pericolosi, prima della rete al 95' di Meazzi aveva creato una sola volta i presupposti per andare a rete, sull'asse Letizia-Merola. Si era ancora sullo 0-0 e i due nuovi entrati stavano confezionando il delitto perfetto, senza riuscirci. E, come da legge non scritta del calcio, al gol mangiato è seguito quello subito, firmato dall'ex Mamadou Coulibaly e che poteva essere una mazzata tremenda per un collettivo che deve acquisire ancora la giusta cattiveria agonistica e la necessaria malizia per interpretare bene partite sporche, dove serve impugnare la sciabola invece del fioretto. Pur in netta emergenza difensiva, il Sudtirol di Fabrizio Castori ha confermato pregi (solidità, vis pugnandi e reattività sulle seconde palle) e difetti (incapacità di chiudere la partita, avendone la possibilità come in occasione del palo di Italeng, ma non solo) e alla fine ha pagato dazio ad una squadra che per girare al meglio deve avere un Olzer in palla e che deve imparare a sfruttare di più e meglio le corsie laterali nella fase di sviluppo. Domenica al Marassi, casa della Samp, alla terza gara in soli 8 giorni sarà possibile vedere qualche cambio nell'undici iniziale. Qualche elemento (Pellacani ma anche altri) ha il fiato corto e i vari Letizia, Meazzi e Merola scalpitano, e per provare il primo blitz esterno dell'anno servono forze fresche.
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