
Prove tecniche di nuovo Pescara. Tanti dubbi per Vivarini
Quale modulo sceglierà?
Senza l'Azzurrino Matteo Dagasso, ma con tutti gli ultimi arrivati già a disposizione, da martedì la truppa biancazzurra ha ripreso a sudare agli ordini di mister Vincenzo Vivarini e ieri ha sostenuto una doppia seduta al comunale Ughetto Di Febo di Silvi Marina. Il tecnico di Ari e i suoi ragazzi hanno già nel mirino la partita di sabato 13 contro il Venezia (lunedì, al termine della commissione provinciale di vigilanza per i locali di Pubblico spettacolo si saprà ufficialmente se il match verrà disputato all'Adriatico, come sembra, pur conservando l'interdizione parziale della Tribuna Majella) e il primo dubbio da sciogliere è quale sarà il modulo di partenza. Adesso Vivarini, infatti, ha il compito di cucire la veste tattica migliore possibile all'organico uscito fuori dal mercato e il lavoro non si prospetta facile. Il primo nodo, al quale sono legati gli altri, è il tipo di difesa che vorrà adottare: a 4 uomini oppure a tre con esterni a tutta fascia a coprire i lati? Per tutta l'estate la squadra ha lavorato su determinati principi e su un assetto base specifico, pur dovendo derogare nelle prime gare ufficiali per emergenza e non per scelta, adesso si dovrà scegliere una strada ben precisa ed intraprenderla con convinzione. La rosa è corta in difesa ed extralarge in avanti, non omogenea e bene assortita, e anche questo è un aspetto del quale tenere conto per disegnare il Pescara che verrà, ben sapendo che Vivarini non è un dogmatico e che ha sempre proposto squadre camaleontiche e non legato ad un unico modulo. Scegliendo una difesa a tre con Oliveri e Corazza esterni a sostegno, si avrebbero poche alternative in panchina nel reparto e si sacrificherebbero tanti, forse troppi uomini offensivi. Un assetto tale potrebbe garantire una migliore protezione a Desplanches e alla retroguardia, particolarmente sollecitati nelle prime partite, ma si perderebbe inevitabilmente un uomo dalla cintola in su e diminuirebbe la qualità della proposta. Valzania, l'elemento più esperto e l'unico dotato di una certa fisicità e capacità di interdizione, verrà riportato in mediana, pur essendo la prima alternativa al cursore di destra, e sarebbe supportato ai lati da due interni di qualità e lettura come Caligara e Dagasso. Una scelta di questo tipo imporrebbe solo due uomini con caratteristiche davvero offensive, uno dei quali non può che essere Giacomo Olzer, l'elemento più pimpante e pericoloso di questo avvio di stagione. L'altro sarà Frank Tsadjout, centravanti mancino che con Vivarini ha giocato a Frosinone e che per esplosività e fisico è in grado di far reparto da solo, attaccando la profondità o difendendo palla per far salire i compagni. Al momento sembra questa l'ipotesi privilegiata, che ha i suoi pro ma anche i suoi contro. Ad esempio, non avrebbero spazio, se non in corso d'opera, i vari Merola, Sgarbi e Okwonkwo, senza contare Di Nardo, Cangiano e Tonin. Con i 3 dietro, c'è anche l'ipotesi di rinunciare ad un centrocampista puro per inserire un uomo offensivo in più: in questo caso Olzer in primis, che comunque è ritenuto alternativo a Merola, sarebbe chiamato ad un lavoro assai dispendioso in fase di non possesso per non sguarnire la mediana e raddoppiare sulle fasce. E con una difesa a 4? Di certo si partirebbe con maggiore predisposizione alla costruzione e al possesso palla, pur nella costante ricerca della verticalità, grazie ad un uomo di qualità in più, ma andrebbe cercato un equilibrio nella fase di non possesso che possa garantire solidità ad una fase difensiva per ora non imperforabile.
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