Prima squadra

Non dire Coda e Lapadula se... non li hai nel sacco

L'analisi

05.09.2025 00:01

 

Il proverbio "non dire gatto se non ce l'hai nel sacco" significa che non bisogna cantare vittoria né fare affidamento su qualcosa che non è ancora stato ottenuto o conseguito completamente. È un invito a rimanere prudenti e cauti, evitando l'eccessivo ottimismo finché un obiettivo non è stato effettivamente raggiunto, perché possono sempre verificarsi imprevisti. Cosa c'entra questo adagio con la sessione estiva di calciomercato appena conclusa? Cercheremo di spiegarlo in maniera semplice e chiara. Quasi per tutta l'estate si è scritto che il Delfino fosse interessato a Massimo Coda della Samp o in alternativa al ritorno di Gianluca Lapadula che attualmente è in forza allo Spezia. Entrambi avuti a Benevento dal ds biancazzurro Foggia. Stiamo parlando di due top player assoluti per la categoria che spostano di certo gli equilibri. Coda, con le sue 136 reti messe a segno, detiene il record di miglior marcatore di sempre nel campionato di Serie B. I numeri sono inconfutabili e non mentono mai in nessun caso. Classe 1988 il primo e 1990 il secondo. L'età, come si sa, se fisicamente si sta bene fisicamente diventa un fattore di cui bisogna tener conto fino a un certo punto. Del resto gli attaccanti devono fare goal. Se sono prolifici l'aspetto anagrafico passa in secondo piano. E' il caso sicuramente di Coda, ma questa disamina va bene certamente anche per Lapadula. Sebbene l'attaccante della Nazionale peruviana non faccia più parte dei progetti dello Spezia e per questo si è allenato quasi sempre in maniera differenziata, non prendendo parte al ritiro estivo, prenderlo e averlo (anche se almeno all'inizio non al 100%) avrebbe fatto senz'altro comodo. Il problema dove nasce? Ambedue sono legati ai rispettivi club fino al 30 giugno 2026 e hanno un ingaggio fuori portata per il Pescara e non solo. Il primo prende intorno agli 800mila  euro alla Samp, il secondo 750mila euro allo Spezia. Il Pescara non può giustamente fare il passo più lungo della gamba a detta del presidente Sebastiani che, appunto, come spesso ripete non è Berlusconi. Del resto non è affatto una colpa non avere grandi risorse economiche, ci mancherebbe. Il club deve guardare prima di tutto ai conti e quindi effettuare un mercato sostenibile, ricorrendo soprattutto alle idee. Se questi sono i parametri, e non c'è motivo di dubitarne, perchè mettere nel mirino obiettivi così altisonanti pur sapendo che gli stessi per ovvie ragioni economiche sono fuori portata per il Pescara? A cosa ha giovato fare ciò? Crediamo a nulla. Coda e Lapadula sono sempre state delle chimere irraggiungibili per il Delfino fin dal principio. Sogni belli ma a conti fatti irrealizzabili. Sarebbe bastata fin dall'inizio una comunicazione più chiara, lineare, semplice, logica e diretta fino in fondo. Nulla di tutto questo è stato fatto da parte di chi di dovere. Era sufficiente dire le cose come stavano fin dall'inizio, partire in sordina, magari concentrandosi e centrando obiettivi realmente raggiungibili e invece si è preferito quasi da subito fare voli pindarici, aprire e sfogliare il libro dei sogni in maniera non produttiva e deleteria, pechè questo modus operandi ha creato solo illusioni a tifosi e ambiente che potevano certamente essere evitate. Non è questo quello che occorreva. In attacco servivano struttura, sostanza ma soprattutto goal. Sono arrivati Frank Tsadjout, prima punta mancina in prestito dalla Cremonese. Attaccante italo-camerunense, scuola Milan classe ’99, in serie B 97 presenze e 9 gol, e Orji Okwonkwo, in prestito dal Bologna 27enne attaccante nigeriano (seconda punta) che in cadetteria ha il seguente e complessivo score di 76 presenze e 11 gol. In quanto a struttura e sostanza ci siamo, circa l'apporto realizzativo un po' meno. Di certo ora la parola al campo, ma di solito i numeri non mentono mai. Ai posteri l'ardua sentenza. Verosimilmente era questo che un club neopromosso in B (categoria da cui era assente da 4 anni) e con non di certo grandi risorse economiche poteva permettersi? Bene, bastava dirlo da subito.. Altri discorsi sono superflui da fare. Anche perchè, e non è un dettaglio, va considerato che la cadetteria in questi anni in cui i biancazzurri erano in C è cambiata. Ergo, serve tempo per adeguarsi e ricreare un appeal, come del resto ha saggiamente compreso e dichiarato Vincenzo Vivarini. 

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