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PESCARA ED IL SUO CALCIO "PARADISIACO"

29.01.2016 07:22
Torna la rubrica “I like football” firmata da Sergio Di Sciascio per PescaraSport24. Buona lettura!  Modena, 14 ottobre 1962, stadio Braglia. E’ appena finito il derby dell’Emilia, e il Bologna ha impartito una lezione di calcio al Modena. Il risultato finale, 7 a 1, a favore dei felsinei, fece storia. Quell’anno, i rossoblù esprimevano il più bel gioco della serie A e alla fine della stagione risulteranno la squadra con più gol segnati. Miglior realizzatore il danese Harald Nielsen che quel giorno, a Modena, ne infilò 3. Come lui Ezio Pascutti, in carriera 130 reti 290 partite, tutte con la stessa maglia, senza mai tirare un rigore. Il settimo gol fu opera di Bulgarelli.  L’anno prima nell’organico emiliano era stato inserito il pescarese Bruno Pace. A Modena i rossoblù furono talmente spettacolari da far esclamare al loro allenatore Fulvio Bernardini, “Cosi si gioca solo in Paradiso”. Una frase rimasta nella storia del calcio, non solo bolognese. Un bel ricordo che due anni dopo si rigenerò con la conquista dello scudetto (1963-64) nello spareggio con l’Inter disputato all’Olimpico di Roma. Per il Dottore, com’era più noto, Bernardini il secondo vittorioso campionato dopo quello con la Fiorentina (1955-56).  Un amarcord niente male, che non può tornare d'attualità pensando al Pescara. Basta tornare indietro di qualche giorno, a domenica scorsa, alla tv accesa ininterrottamente dalle 12,30 (Fiorentina – Torino), e a seguire serie A (15), Perugia – Pescara (17,45), Juventus – Roma (20,45), infine il meritato (sic) riposo. Durante la notte un sogno, e le sembianze di Bernardini (scomparso nel 1984) che si materializzano. Non mi pare vero di poter dialogare con un protagonista come lui, giocatore di assoluto valore (Lazio, Inter, Roma, Nazionale) e tecnico non meno ammirato e preparato (Roma, Fiorentina, Lazio, Bologna, Sampdoria, Nazionale azzurra). Il Dottore, dopo i convenevoli di rito, mi dice che nel tardo pomeriggio, in assenza di concomitanze, si era collegato con lo stadio “Curi” di Perugia.  Dapprima curiosità, poi man mano l’attenzione cresceva, infine il desiderio di sapere tutto e di più di una squadra che lo stava entusiasmando. Gli oh! di meraviglia si susseguivano e non mi nascose di aver provato dispiacere al triplice fischio di Saia di Palermo.  Gli veniva a mancare uno spettacolo di calcio come mai gli era capitato di vedere negli ultimi tempi.  “Di Pescara e del Pescara era fermo a Zeman, ma dopo aver visto quello di Oddo, provo decisamente difficoltà a scegliere il migliore. Tra i giocatori biancazzurri, non mi sento di fare una scala di valori, tutti mi sono apparsi degni di militare in squadre di categoria superiore.  E poi - mi chiede - parlami di Oddo, che conosco poco”. Sorpresa all’apprendere la relativa esperienza e la circostanza che stavamo parlando del più giovane allenatore della serie B. Prima di allontanarsi mi rivolge due raccomandazioni. “con il calcio mercato imperante evitate assolutamente di togliere la più piccola rotellina da un ingranaggio perfetto, e per quanto riguarda Oddo, non potendo fortunatamente cambiare panchina, invitate la società ad allungargli il contratto e continuare a vedere un calcio che si gioca "solo in Paradiso". Se lo dice lui...

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