Rubriche

FULL METAL ZEMAN - "Zdenek Zeman is coming (back) to town"

Una delle rubriche by PS24 e GZ

20.12.2023 08:31

Riecco il consueto appuntamento con gli amici del Gruppo Zeman che impreziosiscono la nostra offerta ai lettori biancazzurri con due rubriche. Questa è Full Metal Zeman ed è firmata da Gioacchino Piedimonte. 

Buona lettura!

Zdenek Zeman is coming (back) to town

Nel turbinio di emozioni e nell’ascensore umorale degli ultimi giorni la notizia più bella, tanto attesa quanto inaspettata per la brevità dei tempi, è il ritorno ufficiale in campo di Zeman, ad una settimana esatta dal malore che aveva lasciato tutti col fiato sospeso e in uno stato di forte apprensione. Non è stato fortunatamente necessario attendere molto prima di ricevere rassicurazioni circa le condizioni del boemo in seguito all’accaduto, soprattutto in merito all’assenza di danni cerebrali. Ci ha pensato in alcuni casi proprio lui a stemperare la tensione e a contrastare lo spaesamento generale, regalando sorrisi e distribuendo garanzie sulla sua lucidità con un semplice taccuino, una penna e la formazione pronta a scendere in campo nel match di Coppa Italia in casa del Catania sul punto di prendere forma nella sua testa. L’incredulità dei medici in quel preciso momento è stata tale da generare un effetto domino di sorrisi che ha colpito i pochi privilegiati presenti e ovviamente di riflesso tutti, una volta venuti a conoscenza della vicenda.
I comandamenti a cui Zeman dovrebbe sottostare, alla luce di quanto accaduto, prevederebbero un periodo più o meno definito di riposo e soprattutto la rottura definitiva con il fumo e le sigarette. La catena di sorrisi di cui sopra si evolve in una di risate fragorose, al solo pensiero che il demiurgo di Praga possa e voglia riuscire nella seconda impresa, ma questo piccolo incidente dovrà fungere da avvisaglia e attivare una sorta di spia in coloro che gli sono vicino, ai quali verrà richiesto un ruolo a questo punto tanto cruciale quanto complesso nell’opera di convincimento volta a monitorare la sua salute, preziosa sia per lui che per tutti noi.
Quanto invece alla prima disposizione, la direzione ufficiale già del primo allenamento nella giornata di ieri basta e avanza a fare tesoro di una lezione di vita sul peso incalcolabile della passione di fronte agli ostacoli che il corso degli eventi ci pone davanti, ma definisce in un certo senso anche i confini delle missioni possibili, sottolineando quanto sia problematico suggerire regole e disciplina alle figure che basano una buona parte del proprio lavoro e della propria essenza sulla trasmissione di dettami e princìpi ferrei agli altri. I primi ad essere allergici alle imposizioni sono spesso proprio quelli che impongono.
L’eliminazione in Coppa Italia contro la squadra di Cristiano Lucarelli è stata una clamorosa occasione persa. Vero è che le circostanze che hanno caratterizzato l’avvicinamento alla partita non hanno minimamente aiutato, perché il malore del mister ha certamente destabilizzato e disorientato il gruppo nel breve termine, ma la sensazione è che si potesse comunque fare molto di più, evitando di alimentare il rammarico per una competizione che doveva essere onorata diversamente e che sembrava delineare un percorso alla portata e meritevole di non essere interrotto anzitempo. 
Il poker all’Olbia e il pareggio in casa dell’Ancona hanno lanciato segnali contrastanti, confermando però sempre la bontà di quanto affermato nei nostri precedenti appuntamenti. Con Cesena e Torres che a braccetto iniziano a costruire un certo margine sulle altre pretendenti, la consapevolezza di avere chances ridottissime di assottigliare il gap crescente deve tradursi in sana leggerezza sul rettangolo verde. Azzerare le pressioni e portare avanti il percorso all’interno della confortevole zona playoff senza inutili proclami, facendosi trovare pronti e in fiducia nel caso in cui, prima o poi, una delle due davanti dovesse mostrare segni di calo o di cedimento. 
Il giocatore a cui avremmo voluto dedicare una copertina in queste settimane è certamente Matteo Dagasso. Per quanto Niccolò Squizzato fosse partito bene in questa stagione, lanciando buoni segnali nelle geometrie della fase di costruzione, il classe 2004 modellato dalle giovanili del Pescara è apparso a mo’ di rivelazione nel ruolo di metodista, con indicazioni eccellenti e anche difficili da prevedere nella dettatura dei tempi di gioco e nello smistamento di matrice zemaniana del pallone.
Dare spazio a tutti e a chi se lo merita ruotando sapientemente la rosa è un diritto e un dovere sacrosanto, ma riteniamo che il tempo delle sperimentazioni debba ormai essere pronto a lasciare spazio a quello dei capisaldi, perché uno dei primi antidoti alla discontinuità è la stabilità in termini di certezze della spina dorsale della squadra. A metà dicembre non si può ancora pensare di cambiare e tentare in continuazione, soprattutto se arrivano segnali così evidenti e positivi da un elemento tanto atteso quanto inaspettato in una posizione così delicata come quella legata ai compiti del regista.
Un grande in bocca al lupo a Pellacani, che si ferma nel momento peggiore possibile, proprio quando stava imponendosi come guida credibile e affidabile della linea difensiva e come potenziale perno dello scheletro inalterabile della squadra.
Zdenek Zeman is coming (back) to town. E non si poteva chiedere regalo migliore sotto l'albero. Ora è il momento di tirare fuori il Dagasso dalla manica.

Gioacchino Piedimonte

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