Prima squadra

Terapia a rilascio graduale

L'inizio dell'era Bucaro

26.02.2024 08:13

Era difficile poter chiedere di più. Dunque, per il momento va più che bene così. La gestione Giovanni Bucaro, in condizioni ambientali difficilissime, si è aperta con una vittoria ad archiviare tre sconfitte consecutive e a far schiodare il Delfino da quota 41 punti ma per capire se il peggio sia davvero alle spalle bisogna ancora attendere. Tante, troppe volte in questa stramba stagione ci si è illusi di essere ripartiti dopo bruschi stop e periodi di vacche magre, quindi la prudenza non è mai troppa. Anche all'andata il Pescara mandò ko la Lucchese, a domicilio e con un rotondo 4-1, ma fu l'unica parentesi, tanto felice quanto poi illusoria, all'interno di un periodo buio che poi si è rivelato essere da soli 5 punti in 8 gare. Ma se è vero che nel calcio l'unica medicina per un malato sono i risultati, ben vegano 3 punti preziosi per un Delfino che oggi è ancora un paziente convalescente e non di certo guarito. Al capezzale del Pescara ora c'è Bucaro, promosso con pieni poteri in sostituzione di quel Demiurgo di Praga che è stato costretto a lasciare e del quale era fidato ed importante assistente, ed il 53enne palermitano ha già chiara in mente la terapia da somministrare. La vittoria conquistata contro la Pantera rossonera al momento serve più al morale, all'autostima e alla fiducia della truppa che non alla classifica, ma l'era Bucaro si è aperta con il sorriso e non era facile al termine di una settimana complicatissima, soprattutto a livello psicologico dopo l'addio forzato di mister Zeman. Non era possibile e nemmeno giusto iniziare con una terapia d'urto, il paziente Pescara non era in grado di sostenerla e non c'era tempo per incidere. Ma qualcosa di diverso si è visto, al netto di un avversario certamente non irresistibile (ma lo erano, forse, Vis Pesaro, Spal o le altre che hanno bloccato il Pescara in precedenza?) e con la mente già proiettata alla semifinale di ritorno di Coppa Italia a Padova, non solo sul piano dell'atteggiamento – tasto sul quale il nuovo capo allenatore ha posto l'accento prima e dopo il match – ma anche su quello tattico. Forse talvolta approssimativo e non brillante, il Pescara visto in uno stadio Adriatico dal clima surreale contro i toscani è sempre stato sul pezzo, non ha mai staccato la spina e si è sempre battuto con ardore, non andando mai in apnea e dando sempre la sensazione di avere il pieno controllo della partita. Difesa meno alta e più attenta, centrocampo compatto con non trascurabili accorgimenti tattici di stampo non prettamente zemaniano, e ricerca - specialmente nel primo tempo – di velocità e verticalità: il primo Pescara di Bucaro è stato certamente poco scintillante ma molto più volitivo rispetto all'ultimo dell'era Zeman Ter, che si è chiusa con 3 sconfitte di fila e 10 reti al passivo. Le prime somministrazioni del dottor Bucaro sono state a rilascio graduale, cioè dispensate in piccole dosi ma destinate a produrre effetti nel tempo, ma devono essere reiterate per avere gradualmente risultati crescenti e duraturi. Il tempo per incidere non c'è stato e ce ne sarà poco anche nell'immediato futuro, dato che il calendario propone 3 turni in 8 giorni a partire dal prossimo weekend, ma armandosi di pazienza e buona volontà si guarda al lungo periodo, da intendersi come lotteria playoff, più che all'immediato per vedere un Pescara concreto ed in grado di potersi giocare le sue carte alla pari con le altre contendenti. A 10 partite da fine regular season e in condizioni non semplici non si può pretendere qualcosa di diverso.

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