Prima squadra

Attacco spuntato e difesa ballerina

Viaggio nella crisi biancazzurra

11.01.2023 00:01

C'è certamente una componente psicologica e mentale, aspetto sottolineato da settimane dai protagonisti, nella crisi del Pescara, ma ridurre tutto a paure e timori è riduttivo. Non può essere solo questo il male di cui è preda il Delfino, che nelle ultime 7 partite ha trovato 5 sconfitte, una sola vittoria ed un pari subito in rimonta (dal 2-0 al 2-2). 4 punti portati a casa sui 21 a disposizione dal 27 novembre, giorno dell'infausto scontro diretto col Catanzaro che all'epoca era solo a + 3 dai biancazzurri (e ora è a +18!!!) sono oggettivamente uno score da retrocessione. Per fortuna dietro non corrono e il terzo posto resta saldamente in pugno (+6) ma si sta mettendo seriamente a rischio il titolo di miglior terza dei 3 gironi, cosa che riverbera i suoi effetti positivi sul cammino playoff. Oggi pensare al secondo posto, occupato dal Crotone (che quel famoso 27 novembre era dietro i biancazzurri e che ora è avanti di 12 punti), è pura utopia, pur avendo nel prossimo match lo scontro diretto che in caso di vittoria farebbe accorciare le distanze. 

C'è una componente di freno mentale nella crisi del Delfino, come detto, ma c'è anche una componente tattica. Il bel Pescara di inizio stagione, organizzato, compatto, con le linee corte e in grado di aggredire alto per riconquistare palla e far male non c'è più. La difesa, che era granitica, ora è assai ballerina: si prende gol con una facilità a tratti disarmante e non solo più da palla inattiva: 15 le reti incassate nelle ultime 8 gare, vale a dire dalla trasferta di Torre del Greco, mentre erano stati soltanto 8 i gol subiti nelle prime 13 partite (aggravante: l’ultimo clean sheet risale al match casalingo col Messina 1-0 dello scorso 13 novembre, data dell’ultimo successo all’Adriatico, non certamente un fortino inegpugnabile dato che 5 delle 6 sconfitte totali sono arrivate nell'impianto amico). 

C'è poi la questione attacco. Sempre più spuntato. Un Pescara che non sa gestire (prova ne siano le remuntade subite, l'ultima col Latina), non riesce più nemmeno a essere dotato di efficacia nel terreno più congeniale, ovvero quando non deve fare la partita ma può modellarsi sull'avversario e giocare di ripartenza. Se Cuppone è in flessione e Lescano (caso sempre più assurdo) viene accantonato, ecco che si fa una fatica terribile a trovare la via della rete con gli altri interpreti che messi insieme non fanno lo score dell'argentino. E non si può sempre sperare nei gol dei centrocampisti, elementi che oltretutto eccetto il solito Mora non sono affatto avvezzi al gol. Tocca ad Alberto Colombo ritrovare il bandolo di una matassa che sembra non riuscire a sborgliare da più di un mese. Se non dovesse riuscirci nel breve periodo, al di là delle rassicurazioni societarie, non sono esclusi ribaltoni

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