Prima squadra

Serve ancora (tanta) pazienza per vedere il vero Pescara...

Ma quanto tempo è necessario per capire?

11.09.2017 00:26

Alchimie tattiche da aggiustare, squadra e meccanismi da rodare, difesa da sistemare e tanto altro: .embed-comment-icon { display:inline-block; width:20px; height:20px; background-color:transparent; background-repeat:no-repeat; background-size:20px; background-position:center; transition:background .1s ease-in; position:relative; top:5px; background-image:url("data:image/svg+xml; charset=utf8,%3Csvg%20xmlns%3D%27http%3A%2F%2Fwww.w3.org%2F2000%2Fsvg%27%20viewBox%3D%270%200%2020%2020%27%3E%3Cpath%20d%3D%27M5%202h9q.82%200%201.41.59T16%204v7q0%20.82-.59%201.41T14%2013h-2l-5%205v-5H5q-.82%200-1.41-.59T3%2011V4q0-.82.59-1.41T5%202z%27%20fill%3D%27%2382878c%27%2F%3E%3C%2Fsvg%3E") }

Ed è già Zemanlandia, nel bene e nel male....
Batticuore Pescara. Ed è già Zemanlandia, nel bene e nel male. Per una volta, forse, i luoghi comuni non...
ancora tanta pazienza a Pescara prima di vedere la reale fisionomia del nuovo Delfino. Nelle prime gare uffciali (5, tre di campionato e due di Coppa Italia) si è già avuto un piccolo sunto di ciò che va (la fase offensiva, che pure può e deve essere migliorata) e di ciò che non va (quella difensiva in primis).

Il Messaggero ed. Abruzzo ha focalizzato l'attenzione su alcuni aspetti che riproponiamo: "Questione di tempo, ma non solo. Il Pescara di Zeman è solo all’inizio e deve ancora trovare la sua dimensione, all’interno di se stesso e nel pianeta serie B. E’ vero che produce tanto e segna gol a grappoli, tanto da risvegliare anche il fiuto di un bomber in cerca d’autore come Stefano Pettinari, ma non ha equilibrio e neanche la giusta e necessaria dose di consapevolezza nei suoi mezzi. Capita alle squadre giovani e profondamente rinnovate. Basta rileggere la storia biancazzurra sotto la guida del boemo, per rendersene conto. Sei anni fa, Sdengo, si presentò con un gruppo di carneadi in serie B e partì perdendo tre partite su sei nelle prime giornate. Tonfo a Modena, poi a Reggio Calabria e a Castellammare di Stabia, pareggio a Sassuolo all’8a. Una partenza altalenante che aveva iniziato a scaldare i cuori dei tifosi a suon di gol, ma che non lasciava ancora presagire al grande spettacolo che sarebbe arrivato di lì a poco, fino al trionfo di Marassi con la serie A diretta conquistata addirittura con un turno di anticipo dopo vent’anni di assenza. Ora la situazione ambientale è diversa, e questo pesa, ma è ancora il momento di aspettare e lasciar crescere una squadra costruita con meno logica e senza qualche tassello dalle caratteristiche zemaniane. Se il boemo sei anni fa ereditava un ambiente galvanizzato dalla fresca promozione in B (aggiungiamo noi: del salto di categoria di due stagioni prima si era mantenuto lo zoccolo duro, in particolare i leader carismatici, benchè silenziosi..) e poteva contare su un mercato ad hoc per giocare il suo calcio (Anania, Romagnoli, Balzano, Kone, Insigne, Immobile i rinforzi aggiunti ad una base già molto solida), questa volta si ritrova ad affrontare una piazza fiaccata da una retrocessione umiliante e avvelenata da una lunga contestazione alla società, oltre che un organico costruito solo parzialmente sotto le sue direttive e profondamente cambiato (ventisette acquisti, ma manca un centrale difensivo adatto al gioco del tecnico). I presupposti per ripetere la grande cavalcata del 2011/2012 non sembrano esserci, ma il lavoro e lo spirito di squadra, uniti alle qualità dei singoli ancora tutte da esprimere nelle prossime settimane (Mancuso, Kanoutè, Palazzi, Latte Lath, Capone, Elizalde sono ancora indietro, ma presto saranno disponibili), potranno ribaltare nel corso dei mesi la situazione. E magari faranno ricredere lo stesso allenatore e l’ambiente sulla bontà delle scelte fatte in estate andando anche oltre la volontà di Zeman (le conferme di Campagnaro, Bovo e Fornasier, l’acquisto di centrocampisti-fotocopia come Carraro, Valzania, Palazzi e Kanoutè). L’emergenza dopo tre giornate e due gare di Coppa riguarda la difesa: 8 gol subiti in 270’ di campionato più 4 in 180’ di Coppa sono tanti. Non che sia una novità per Pescara avere una difesa perforabile (dal 2011 ad oggi, mai scesi sotto la media di oltre un gol a partita sia in A che in B), ma quest’anno lo score delle prime tre giornate è da bollino rosso: 2,6 gol a partita. Sarebbe la media peggiore da sei stagioni fa ad oggi. Bisogna registrarsi, aumentare la concentrazione, giocare come chiede il tecnico: accorciare tutti in avanti senza paura e senza rinculare lasciando praterie agli avversari. Tempo per imparare a farlo ce n'è​​".

Aggiungiamo noi altre due importanti differenze tra il primo ed il secondo Pescara di B targato ZZ 4-3-3: Zeman partì per il ritiro, poi interrotto, di San Martino al Cimino con la rosa praticamente completa (arrivò il solo Immobile ad inizio agosto) ed ebbe modo di lavorare per bene con la squadra anche grazie ad amichevoli di rango, non come quelle del precampionato 2017-18 (di basso livello e con il via vai di mercato in atto). 

Adesso ci sono 4 gare fondamentali per far capire la reale caratura di questo Pescara (3 trasferte, a Salerno, Cremona e Carpi, intervallate, dopo la prima, dal match infrasettimanale contro l'Entella). Solo dopo queste gare si potrà dare un giudizio - certamente non definitivo, ma fondato - sulle reali potenzialità del nuovo Delfino...

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