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Spal-Pescara: il Delfino sfida 4 grandi ex

Tra i biancazzurri c'è invece Valdifiori, fresco di avventura a Ferrara

18.11.2020 00:54

Spal-Pescara sarà gara da forti emozioni per parecchi protagonisti, che sull'altro fronte hanno vissuto in carriera momenti più o meno belli. Nel Pescara c'è ad esempio Mirko Valdifiori, fresco reduce dall'avventura a Ferrara della quale ha parlato nei giorni scorsi (clicca qui). Ma è sulla sponda estense che c'è il manipolo di ex più cospicuo.

Partiamo ovviamente da uno dei grandi rimpianti di casa Delfino, il pescarese e figlio d'arte Federico Di Francesco. Fu una delle pochissime note liete della triste serie A targata Stroppa-Bergodi-Di Francesco, venne lasciato andare per meno di un piatto di lenticchie. Non sarà una sfida inedita per lui contro la squadra della sua città, dato che l'affrontò già in B quando militava nel Lanciano. «Sarà una partita difficile, sono di Pescara e li conosco bene i nostri prossimi avversari. Hanno avuto un avvio difficile e ora la storia è cambiata. Vengono da una bella vittoria con il Cittadella. Hanno giocatori là davanti che sono forti in una rosa di esperienza», ha detto qualche tempo fa l’attaccante, che in riva all’Adriatico ha fatto tutte le giovanili prima di debuttare in serie A nel 2013. Chi lo credeva "raccomandato" poichè figlio del grande Eusebio si è presto dovuto ricredere: Di Francesco junior ha talento e lo ha fatto vedere a più riprese. Il Pescara però non ci ha creduto, lo ha perso alle buste a zero euro. Federico è entrato nell'orbita Parma ma è ripartito da Cremona in C. Poi Lanciano, Bologna, Sassuolo e dallo scorso anno la Spal. Se dovesse segnare siamo certi che non esulterebbe, ma ci terremmo volentieri il dubbio se sabato Fede dovesse fallire l'appuntamento col gol.

C'è poi Pasquale Marino, l'allenatore. Dopo l'amara retrocessione del 2013, fu investito del ruolo di tecnico biancazzurro, celebrato con un bagno di folla in sede di presentazione e tanti proclami (ricordate ad esempio le parole di Repetto?). Partì con il freno a mano tirato, poi inventò Zuparic mediano come scudiero di Brugman (che inizialmente doveva partire, poi soffiò il posto al play titolare Viviani) e con Maniero, Politano e Ragusa portò il Pescara nei quartieri altissimi della graduatoria. La sconfitta con l'Empoli di Sarri, poi promosso, in casa fu però l'inziio della fine. Inanellò 5 ko consecutivi e scelte errate (Caprari, rientrato a gennaio, dopo 48 ore titolare a Castellammare di Stabia) e dopo la sconfitta di Bari fu congedato senza fronzoli. Ha mantenuto ottimi rapporti, però, con Iannascoli e Sebastiani, tanto che a più riprese si è vociferato di un suo ritorno a Pescara. Ma non è mai avvenuto (finora).

Chi ha sfiorato il ritorno a Pescara in modo concretissimo è stato invece Salamon, che però in extremis fece dietrofront e scelse altra destinazione dopo che era già stato protagonista in biancazzurro con 31 partite con 1 gol di campionato e 5 dei playoff promozione persi in finale contro il Bologna, piazzandosi 7º nella Top 15 dei difensori di Serie B secondo una classifica stilata dalla Lega Serie B, nell'anno della staffetta in panchina tra Baroni e Oddo. La tifoseria pescarese non apprezzò affatto la retromarcia del polacco, come era inevitabile e legittimo. L'anno dopo l'esperienza di Salamon a Pescara, con Oddo head coach, sbarcò in biancazzurro Mattia Valoti, anche lui figlio d'arte (suo papà Aladino fu un buon giocatore con trascorsi in A e B). Era il Il 23 luglio 2015 quando venne ceduto in prestito al Delfino Debutta con i biancazzurri il 9 agosto nel secondo turno di coppa italia contro il Südtirol, andando anche in gol e regalando magie che facevano presagire una grandissima stagione. E in effetti fu davvero una grandissima stagione, ma per la squadra. Non per lui che, dopo 10 presenze nella prima metà del campionato, il 1º febbraio lascia l'Abruzzo: il Verona lo cedette in prestito al Livorno, ancora nel campionato cadetto, e lui fece la valigia senza troppi rimpianti. Quel Pescara aveva trovato la sua quadra e per lui non c'era posto. Non è e non era nemmeno allora un rincalzo, scelse di andare altrove e ora rivede il Pescara da avversario. Avrà il dente avvelenato?

 

 

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