Prima squadra

Le meteore biancazzurre degli ultimi 10 anni

Alcune hanno trovato la propria dimensione altrove (Cristante ad esempio), altri si sono perse definitivamente

14.04.2021 00:00

Un via vai continuo, un vero e proprio “esercito” di calciatori sono transitati a Pescara negli ultimi dieci anni. Poche, pochissime le bandiere, tanti i giocatori con pochi mesi di militanza. Tante, tantissime le meteore. Pochi i giocatori che hanno lasciato davvero il segno. Altri elementi, invece, sono transitati in biancazzurro senza lasciare segni significativi, per poi affermarsi in altre realtà. Un esempio di quest'ultima categoria? Cristiano Biraghi. Oppure Bryan Cristante, visto 6 mesi in epoca Oddo in A e salutato prematuramente a gennaio dopo essere stato utilizzato in 16 circostanze, in spiccioli di gara, poco e male. Il centrocampista è attualmente alla Roma, che lo prelevò a suon di milioni dall’Atalanta, ed è nel giro della Nazionale. 

E che dire di Ivaylo Chochev. Un anno tesserato con il Pescara senza mai esordire. Arrivò da svincolato ma da infortunato,  adesso è tornato non solo in Patria, firmando per il Cska Sofia, ma addirittura in Nazionale ed ha giocato recentissimamente da titolare contro l’Italia di Verratti, Immobile e Insigne. 

Tanto, tantissimo si è scritto su Ante Vukusic, il più oneroso acquisto del Pescara sino al riscatto del cartellino di Verre che lo ha sorpassato nella speciale classifica. Inutile ricordare la sua esperienza pescarese, la conoscono tutti. Di recente si è rilanciato: ha vinto l’anno scorso la classifica cannonieri del campionato sloveno con 25 reti e adesso ha firmato con la Steaua Bucarest.

Di meteore ce ne sono state tante, tantissime. E probabilmente è impossibile elencarle tutte. Di certo tutti ricordano Milton Caraglio, Nicolas Bianchi Arche (anno in A con Bergodi in panchina, arrivarono a gennaio) e Valeri Bojinov, con una paradossale esperienza a cavallo dello scoppio della pandemia. Gioca ancora il bulgaro, che arrivò da svincolato a mercato invernale 2020 chiuso, rimediò un'espulsione da panchinaro e poi giocò pochissimi minuti senza lasciare tracce.

Ci sono poi i tanti arrivati a fine corsa dopo una buonissima carriera (D'Agostino, Aquilani, Pepe, Kroldrup, Bovo, Muntari e Gilardino ad esempio) e i cavalli di ritorno che non lasciarono tracce nella seconda esperienza (Diamoutene). 

Tra le meteore biancazzurre ricordiamo poi Martin (1 presenza nella Zemanlandia 2011-12, arrivò a gennaio dal SudTirol), Cappa (portiere della Primavera, protagonista di una presenza a Modena in una gara dalle mille polemiche), il trio Pisoglio-Ragni-Catteari che completavano con Anania il reparto portieri di quell'annata fantastica, il lituano Svedkauskas - sempre per rimanere in tema estremi difensori - e l'ala Piscitella, Samassa, Victor Da Silva, Stipe Vrdoljak, Ingelsson, Cisco e Roberto Guana (che si ritirò a stagione in corsa) in epoca Baroni. E poi? Pogba junior, Del Fabro, Antei, Grillo, Muric, Manaj, Milicevic, Nicastro, Kabashi, Bunoza, Fornito e Yamga e mille altri ancora come Alì Sowe, a Pescara per pochi mesi nel 2014 (8 presenze) e ora al Levski Sofia: ha sfidato la Roma in Europa League (ai giallorossi ha anche segnato una doppietta) e a gennaio scorso è stato in predicato di tornare in Italia dalla porta principale. Latte Lath ora gioca in C, Luca Forte ha chiuso la sua avventura pescarese da poco, Giovanni Pinto passò per Pescara dopo l'esperienza ascolana ma di lui si ricordano in pochi. 

Tra i vari Celik, Bahebeck, Terlizzi, Mitrita, Mbodj, Sculli (indossò anche la fascia di capitano…), Abecasis, Acosta, Cubas, ci fu anche il figlio d'arte Simone Ganz, che il Pescara nel 2017 acquistò dalla Juve per 1,5 milioni di euro. 5 presenze appena prima della cessione a gennaio 2018 all’Ascoli, senza registrare minusvalenza, per poi scendere ancora giovane di categoria.

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