Prima squadra

Salvare il salvabile

Anche il quinto posto si allontana....

07.03.2024 08:08

Non resta che provare a salvare il salvabile. A 8 partite da fine regular season, il Pescara deve per davvero iniziare a fare i conti con la realtà. Oggi chiunque al cospetto del Delfino è un gigante, perfino una Recanatese che nel 2024 aveva racimolato la miseria di 4 punti e che nelle precedenti 16 partite prima di incontrare i biancazzurri aveva perso ben 12 volte. Ma il Pescara degli ultimi tempi è in grado di far rialzare la testa a chiunque. Era riuscito a rilanciare la Juventus Next Gen che all'epoca dell'incrocio era nei bassifondi della graduatoria, ha regalato una serata storica alla Vis Pesaro che ha rifilato 4 sberle ad una squadra inerme e adesso ha visto anche i leopardiani festeggiargli sotto il muso un successo che ha fatto il paio con quello dell'andata. Quattro ko nelle ultime 4 trasferte, con 15 reti sul groppone, sono uno score da retrocessione diretta. Cinque sconfitte nelle ultime 6 partite sono un cammino da censura che non può essere spiegato solo con il periodo complicatissimo (eufemismo) che si sta vivendo fuori dal campo, tra lo stop forzato a Zeman, la spaccatura sempre più profonda tra tifoseria e società, con una contestazione che sale di livello, e in ultimo la vicenda Sasanelli. C'è un evidente problema di campo che prescinde dalla guida tecnica, che evidentemente non è esente da responsabilità al pari di chi ha allestito una squadra troppo giovane, senza leader, senza carattere e con chiare carenze strutturali. 12 sconfitte su 30 partite sono una vera enormità, ma ciò che più preoccupa e che sembra non avere soluzione è l'atteggiamento della squadra in tante, troppe partite. Non era riuscito ad incidere un Maestro come Zeman e non c'è riuscito nemmeno Bucaro, passato da supplente a titolare di cattedra ma rimasto con il gessetto in mano a disegnare un qualcosa che i suoi non riescono a mettere in pratica. A Recanati il tecnico ha cambiato 6 degli 11 giocatori scelti tre giorni prima a Sassari, come forse avrebbe fatto chiunque, ma anche stavolta cambiando l'ordine dei fattori il risultato non è mutato. Il Pescara di oggi è vittima sempre dei soliti errori, delle ripetute amnesie difensive e delle consuete fragilità che si ripetono sempre uguali a se stesse, in un andamento ciclico che ha portato il Delfino in un vortice nero che sembra senza fine. Il terzo posto, tristemente diventato a novembre l'obiettivo stagionale perchè Cesena e Torres erano già scappate via ed era l'unica chance per arrivare ai playoff dalla fase nazionale, vittoria della Coppa Italia a parte, è diventato pura utopia. Sono 12 i punti di distacco dalla Carrarese che domenica farà visita al Pescara con l'intento di dargli il colpo di grazia, ma anche se il Pescara vincesse all'Adriatico le distanze dal gradino meno nobile del podio resterebbero assai ampie e difficili da colmare in sole 7 gare. Anche quarta e quinta piazza sembrano inarrivabili per una squadra che non riesce a reagire e che non sfrutta nemmeno le partite abbordabili che pure sembravano incanalarsi presto a sua favore, come quelle contro Spal e Recanatese. Il Perugia quarto dista ancora 8 punti perchè a Chiavari si è beccato 5 gol senza farne alcuno, il Gubbio quinto ora è 6 lunghezze avanti ed ha il favore degli scontri diretti: entrambe al momento sembrano fuori portata e dunque non resta che buttare lo specchietto retrovisore per evitare brutte sorprese. Più che per la classifica, però, la partita con la Carrarese sarà determinante per il destino della panchina di Bucaro. Un altro brutto ko potrebbe essergli fatale. 

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