Prima squadra

Pinna: "Da Sassari tifo ancora per il mio Pescara. E.."

Verso la sfida di Olbia, parla il grandissimo ex di origine sarda

09.03.2022 00:01

Il Pescara sabato ad Olbia avrà un tifoso doc in più. Non fisicamente sugli spalti, perchè gli impegni professionali non glielo consentono, ma con il cuore Tore Pinna sarà col “suo” Delfino. «Non potrò essere presente perchè domenica la mia Torres giocherà in casa contro la Nuova Florida», dice da Sassari il grande ex portiere biancazzurro, oggi collaboratore tecnico della squadra che insegue la capolista Giuliano nel girone G di serie D, «e trattandosi di uno scontro diretto tra seconda e terza la partita è delicata. Noi siamo reduci dall'importante vittoria di misura contro Ostia Mare e dobbiamo restare concentrati, ma da casa sosterrò l'altra squadra del mio cuore. Per me Pescara resta un pezzo di vita importante e una parte di me. Ho vissuto anni indimenticabili». E se il presidente dell'Olbia Alessandro Marino carica l'ambiente in vista di sabato ("È stato bello ricevere gli applausi dei tifosi del Modena a fine gara, ma nella nostra testa, adesso, c'è solo la partita con il Pescara. Ci sarà bisogno di tutto il calore del nostro pubblico perché l'entusiasmo, si sa, è contagioso", le sue parole dopo aver battuto la capolista a domicilio con doppietta di Udoh), da Sassari il buon Tore non sarà il solo simpatizzante del Delfino. «C'è un po' di campanilismo, sportivamente parlando ovviamente», aggiunge col sorriso, «quindi in parecchi sperano nel colpo del Delfino. Non sarà facile, perchè l'Olbia ha una buona squadra, è in grande forma ed ha bisogno di fare punti a tutti i costi. Ma noi siamo il Pescara e quando dico “noi” lo faccio perchè mi sento davvero pescarese. Ho ancora tanti amici in città e seguo sempre le sorti della squadra, purtroppo le prime due della classifica sono ormai a distanza irraggiungibile e bisogna pensare ai playoff. Ci vuole pazienza e forza d'animo, ma si possono vincere gli spareggi». 

Pinna in maglia Pescara vinse i playoff di C con Di Francesco in panchina. «Rispetto ad allora è cambiato tutto, la formula di oggi è complicata. Ma Pescara ai playoff è molto difficile che sbagli, lo insegna la storia. E la piazza ha una marcia in più, quando serve il popolo biancazzurro sa spingere la squadra come nessuno sa fare. Dopo la regular season in un certo senso si azzerano i valori, le squadre meno blasonate riescono a mettere in difficoltà le più attrezzate e può succedere di tutto. Sarà determinante la condizione fisica in primis in quello che sarà un nuovo campionato, assai corto ma intensissimo. E il Pescara non deve avere paura di nulla e di nessuno. Io ho le prove di quel che dico», ride di nuovo, «quando serve la città risponde sempre presente e trascina la squadra». Eppure rispetto alla sua epoca non c'è più un seguito forte allo stadio (contro il Siena appena 1.472 spettatori, media delle ultime 6 gare interne pari a 1.699 unità). «Quando servirà ci sarà il tifo bollente che conosco e che amo. Spero di salire in Lega Pro con la mia Torres e di non trovare il Pescara perchè vorrebbe dire che i biancazzurri sono tornati in B. Anche perchè», aggiunge con una fragorosa risata, «potrei sbagliare spogliatoio e panchina». 

Chiusura dedicata ad Alessandro Sorrentino, suo erede tra i pali del Delfino, fresco di contratto quinquennale siglato col presidente Sebastiani. «E' un gran bel portiere, per me ha il futuro assicurato. Ha un bel senso della posizione ed è esplosivo, oltretutto parliamo di un classe 2002. Non ha solo dei margini di crescita, ma un mondo di miglioramenti ancora da poter raggiungere. In tanti me ne parlano benissimo. Può arrivare davvero in alto». 

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