
"Qualcosa si è spento, non sento più magia e follia per cavalcare i miei sogni. Lascio, ma forza Pescara"
Cronaca di un addio (non) annunciato
“Ho deciso di non proseguire l'avventura con il Pescara”. Ieri mattina mister Silvio Baldini ha comunicato la sua sofferta decisione e da allora la panchina biancazzurra è vacante. Non proprio un fulmine a ciel sereno, date le tappe di avvicinamento al doloroso addio, ma comunque una scelta che la società non aveva messo in conto fino a qualche giorno fa. Poi ha iniziato gradualmente a capire, pur rimanendo pubblicamente ottimista. Due incontri a Napoli saltati, poi il summit nella residenza toscana di Baldini e altre 36 ore di attesa senza una risposta affermativa alla proposta di rinnovo erano un campanello di allarme. Soprattutto il vertice di martedì, quando ci si aspettava una fumata biancazzurra. Nel ristretto Conclave in salsa pescarese, ma che si è tenuto a Marina di Massa a casa del tecnico, mister Baldini è infatti entrato Papa e per sua volontà è uscito cardinale, avendo chiuso l'incontro con il presidente Daniele Sebastiani e il direttore sportivo Pasquale Foggia in modo cordiale ma nei fatti senza accettare la proposta formulata dal tandem dirigenziale del Delfino. E quella fumata grigia è diventata sempre più scura fino a diventare nera. “E’ stata una stagione fantastica, a Pescara ho ritrovato tutte le condizioni per poter vivere i miei sogni e abbiamo vinto. Ho trovato un presidente come Daniele Sebastiani che mi ha sostenuto e un direttore come Pasquale Foggia che mi è sempre stato vicino. Abbiamo riportato questa bellissima piazza dove merita, abbiamo riportato 20mila persone allo stadio e io ho vestito per un anno intero la tuta del Pescara con orgoglio”, le parole del tecnico. Che poi ha aggiunto: "Dopo la festa e i complimenti però qualcosa si è spento, non sento più quella magia e quella follia per poter cavalcare i miei sogni. Ho guardato la mia famiglia, ho parlato con mia moglie e i miei figli, abbiamo deciso che è meglio fermarsi. Il mio calcio è questo, non mi piace fare le cose forzate, se non sento qualcosa dentro di speciale preferisco non allenare, perché non sono uno che prende in giro le persone. Quindi ho deciso”. Ma chi pensa che Baldini possa tornare subito in sella, magari in un club importante e vicino casa come la Sampdoria, si sbaglia. “Fino a gennaio non allenerò altre squadre, poi spero che si vengano a creare le condizioni giuste per tornare in panchina. Nel frattempo mi tengo il ricordo di un anno bellissimo, di tante belle persone che ho incontrato e di calciatori perbene che faranno carriera. Forza Pescara”, le ultime parole di Baldini. La società ha preso atto della scelta del tecnico, lo ha salutato con un comunicato (“Grazie mister, Pescara sarà sempre casa tua”) e si è messo alla ricerca del successore. Non sono volati gli stracci, anche se qualche scettico (più di uno in realtà) tra i tifosi imputa la scelta di Baldini - che il tecnico ha motivato in altro modo - a problemi di natura economica (cifre non adeguate) e tecnica (diversa veduta su aspirazioni e programmi). A noi non resta che prendere atto di quanto dichiarato dal tecnico e dal club che non lascia spazio a dubbi di questo tipo. Finisce dopo 11 mesi un'avventura che magari tra qualche tempo ricomincerà (Zeman insegna), ma che intanto ha lasciato un segno indelebile nella storia pescarese centrando una promozione difficilissima e che sulla quale in pochissimi, se non lui, avrebbero scommesso un centesimo. Di certo a questo punto Baldini non potrà entrare nella ristrettissima cerchia di allenatori del Pescara capaci di centrare su questa panchina due promozioni. Il Re, anche in questa speciale statistica, resta Giovanni Galeone, con due campionati vinti di B a distanza di anni l'uno dall'altro, ma un altro nome iconico del calcio biancazzurro ha un posto speciale avendo centrato due salti di categoria consecutivi. L’unico precedente in tal senso, che profuma di leggenda, risale agli Anni Settanta, quando l’indimenticato Tom Rosati prese per mano una squadra in difficoltà, reduce dalla discesa in Serie D e la porto in un biennio in B. Era il 1972, e Rosati fu chiamato a ricostruire dalle macerie (in rosa militavano giocatori come Edmondo Prosperi, Gianfranco De Marchi e il bomber Roberto Rigotto, protagonista assoluto in quella stagione). Nel 1973 arrivò il ritorno in Serie C, ma il capolavoro fu completato l’anno successivo, quando il Pescara conquistò la promozione in Serie B all’ultima giornata, vincendo in trasferta a Latina per 0-1. Decisiva la rete su calcio di punizione di Franco Rosati, fratello dell’allenatore, che regalò ai biancazzurri una storica promozione. L'ultima è ora quella di Baldini, sperando non resti a lungo l'ultima….
Commenti