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Junior: dall' "Allenatore nel Pallone" all'addio al calcio a Pescara

Le curiosità: la musica e il beach soccer

24.05.2022 00:01

Icona del Flamengo e della Seleçao, Leo Junior è diventato in Italia un'icona di Torino e Pescara. Nato terzino, diventerà un raffinato regista. E a Pescara è considerato il più grande biancazzurro di sempre. Prendendo spunto da Goal.com, vi riproponiamo da questo portale alcune curiosità sul mitico Leo. Buona lettura!

"Junior è capace di ricostruire il Brasile dentro casa sua, e di vivere invece in Italia quando esce dal portone e va allo stadio. Non tutti gli uomini sono uguali. Junior, probabilmente, ha la cultura di Socrates, la personalità di Falcão, ma non conosce l'esasperazione psicologica dell'uno e dell'altro" - Gianni Minà su Leo Junior

LEO JUNIOR NE 'L'ALLENATORE NEL PALLONE'

L'eco dei successi internazionali del Flamengo e delle prestazioni di Leo Junior giunge fino all'Europa, da dove il campione brasiliano riceve numerose offerte nel giugno del 1984. Proprio negli stessi giorni in cui il Torino lo sta trattando, si sta girando anche una pellicola cinematografica che passerà alla storia del cinema all'italiana: 'L'allenatore nel Pallone', con protagonista Lino Banfi nei panni dell'allenatore Oronzo Canà.

Sull’aereo che lo sta portando in Brasile per un sopralluogo in vista della lavorazione del film, il regista Martino incontra Luciano Moggi e Luciano Nizzola, i dirigenti granata che stanno definendo l'operazione, e dai loro racconti prende spunto e raccoglie materiale prezioso per la sceneggiatura.

Proprio il tentativo di "opzionere" Leo Junior diventa così, nella trama del film, il motivo del viaggio in Brasile di Canà in compagnia di Andrea Roncato, nei panni dell'improbabile mediatore sportivo Andrea Bergonzoni. In Sudamerica i due incontrano Gigi Sammarchi, alias Giginho, sua spalla, che sostiene di avere in pugno l'asso del Flamengo. In realtà i due tentato di truffare l'ignaro Canà per intascarsi i soldi.

I tre si recano realmente allo Stadio Maracaña di Rio de Janeiro per girare alcune riprese assieme alla troupe. Mentre (nella finzione scenica) assistono ad una partita reale giocata dalla squadra carioca contro l'America, e che vede Leo Junior fra i protagonisti, Bergonzoni e Giginho convincono il tecnico della Longobarda che acquistarlo sia possibile. Chiedono 10 milioni di cruzeiro per il completamento dell'affare e alla fine del match si recano negli spogliatoi.

Giginho, che allo stadio di Rio svolgeva più mansioni (da uomo delle pulizie a venditore di noccioline e bibite) e conosce un po' tutti, si spinge a parlare proprio con il capitano dei rossoneri (interpretato da un sosia), che mette la sua firma su un foglio bianco. Lui e Bergonzoni pensano di realizzare quindi un contratto falso e ingannare Canà, ma quest'ultimo si accorge della tentata truffa telefonando in Italia a sua moglie , che lo avvisa che i giornali scrivono che Junior giocherà col Torino.

Per nulla persi d'animo, Bergonzoni e Giginho convinceranno Canà a riprovarci prima per Eder, poi per Socrates, ma alla fine lo sfortunato tecnico pugliese dovrà ripiegare per lo sconosciuto Aristoteles (Urs Althaus) dopo averlo visto in azione su un campo polveroso di periferia.

LA PASSIONE PER LA MUSICA

Oltre ad essere un grande calciatore, Leo Junior ha sempre coltivato la sua passione per la musica. Ai tempi del Mondiale di Spagna 1982, cantò il motivo musicale "Voa Canarinho Voa", "Vola Canarino Vola", una canzone brasiliana molto nota che diventerà il tormentone della Seleçao in quell'avventura.

L'allora terzino sinistro verdeoro farà addirittura un disco con quella canzone e girerà un videoclip musicale.

DAL RITIRO A STELLA DEL BEACH SOCCER

Venerdì 1° giugno del 1990 allo Stadio Adriatico di Pescara, a testimonianza dell'affetto che nutre per la città abruzzese, Junior dà l'addio al calcio con una rivincita della sfida del 1982 Italia-Brasile. A gara conclusa saluta i tifosi con un commosso giro di campo, concluso sotto la Curva Nord biancazzurra.

"Sono stati non solo per me, ma anche per la mia famiglia, due anni indimenticabili. - dice al microfono, attorniato dai tifosi - Grazie alla Curva Nord, grazie Pescara, grazie Italia!".

Si ritira soltanto nel 1993, a 39 anni suonati, nonostante continui ad essere fra i primi giocatori brasiliani per rendimento. Conclude la lunga avventura con il Flamengo con il record di presenze nella storia del club, 857, condite da 73 reti.

Appese le scarpette al chiodo, allena in due periodi il suo Flamengo (1993-94 e 1997). Diventa inoltre un grande giocatore di Beach Soccer, disciplina in cui si cimenta dal 1993 al 2001 con ottimi risultati, vincendo 5 titoli Mondiali della specialità con il Brasile dal 1995 al 2000. Ai suoi appellativi ha così aggiunto quello di 'Maestro'.

COSA FA OGGI

Attualmente Leo Junior si gode la famiglia, la moglie Heloísa e i tre figli, oltre a Rodrigo e Juliana anche la terzogenita Carolina, e i suoi nipoti. Inoltre è da tempo un apprezzato opinionista dell'emittente televisiva brasiliana 'Rede Globo'.

Pelé lo ha inserito nel 2004 nel FIFA 100, la lista dei più forti 125 giocatori viventi. L'Italia, dove spesso torna, non l'ha mai dimenticato, come lui, del resto, non ha mai scordato l'amore dei suoi ex tifosi.

Basti un episodio su tutti: nel 2016 l'ex stella del Brasile ha fatto da tedoforo per le Olimpiadi indossando la tuta del Pescara per sostenere i biancazzurri, impegnati nei playoff di Serie B. È stato un campione umile e dalla grande umanità, e anche per questo in tanti lo ricordano ancora oggi con affetto.

 

 

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