Quale Pescara vedremo contro il Monza?
Uomini, assetto e atteggiamento: quali novità?
Possibilmente bello e certamente con l'anima. Il Delfino che il presidente Daniele Sebastiani vuole vedere domenica all'Adriatico deve essere di base così, lontano parente di quello inerme e arrendevole visto a Palermo sabato scorso. Deve innanzitutto correre e dare battaglia, perchè perdere si può ma è il come a fare tutta la differenza del mondo. La classifica è già allarmante e non si può perdere troppo terreno, ma è il tipo atteggiamento messo in campo dalla squadra che deve essere assai diverso. In un clima poco sereno mister Vincenzo Vivarini e il suo staff stanno preparando una partita sulla carta proibitiva ma comunque fondamentale per il futuro del Pescara e soprattutto del gruppo di lavoro guidato dall'allenatore originario di Ari. Al di là delle inevitabili smentite di rito mister Vivarini si gioca la panchina e le stilettate del presidente ribadite anche due giorni dopo il ko del Barbera sono un segnale chiaro. In settimana qualcosa nel piano di lavoro è già mutato rispetto al recente passato. Non solo è stato tolto un giorno di riposo e si è lavorato prevalentemente a porte chiuse in sedute doppie, ma si è avuta particolare cura dell'aspetto atletico. Il preparatore Antonio Del Fosco storico collaboratore di Vivarini da 14 anni, ha predisposto un programma diverso rispetto alle precedenti settimane ma sempre basato su uso della tecnologia e deii dispositivi di monitoraggio delle prestazioni dei calciatori. Del Fosco è tra i più apprezzati professionisti del suo settore e nella stagione in cui il Catanzaro dei record vinse la C venne premiato con il “Cronometro di bronzo”, un riconoscimento prestigioso destinato ai migliori preparatori atletici di Serie A, B e Lega Pro. Nel post Palermo in molti, a partire dal presidente, avevano sottolineato una difficoltà fisica della truppa in una stagione dove c'è una diversa metodologia e un diverso approccio al lavoro atletico rispetto al recente passato nelle gestioni Zeman e Baldini, ma è sul piano tecnico e tattico che questa squadra deve fare il salto di qualità. Difficile, però, vedere domenica qualche grossa novità, data la perdurante emergenza in infermeria che riduce all'osso le possibilità di scelta degli interpreti e non consente un cambio di assetto. La buona notizia è che Andrea Oliveri è più avanti del preventivato nel suo recupero e se in questi due giorni dovesse fornire garanzie potrebbe anche essere convocato e addirittura gettato nella mischia nel finale, anche se cautela e prudenza dopo un guaio muscolare come il suo potrebbero sconsigliarne l'utilizzo per evitare ricadute. Tsadjout si aggregherà al gruppo durante la sosta del torneo e sarà precettato per la trasferta di Catanzaro del 21, mentre per Olzer e soprattutto Merola il mirino è puntato a inizio dicembre. Nel Pescara anti Monza al momento l'unico dubbio è rappresentato dalla presenza o meno di Lorenzo Meazzi, alle prese con una contrattura al flessore di lieve entità. C'è ottimismo e dalla presenza o meno dal 1' dell'ex Entella dipenderanno anche le altre scelte in un modulo 3-5-1-1, che in fase di possesso si trasforma in 3-4-2-1, dove la novità potrebbe essere una maggiore libertà offensiva concessa a Dagasso. In mediana Valzania potrebbe fungere da centromediano metodista affiancato da Caligara, ma non è da escludere la conferma dell'olandese Brandes con il senatore lasciato nel ruolo naturale di mezzala. In difesa potrebbe esserci la sorpresa di Davide Giannini titolare in luogo di Corbo, a completare il pacchetto arretrato insieme a Brosco e Capellini. Il baby è l'unico centrale mancino ed è ritenuto ormai pronto.

Commenti