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Massara: "L’incredibile 4-5 contro il Milan di Capello è il manifesto del calcio di Galeone"

"Quella domenica la ricorda tutto il calcio italiano, non solo chi era all’Adriatico"

06.11.2025 13:48

Pescara-Milan 4-5 è una partita passata alla storia. Nell'immaginario collettivo, anche per coloro non di fede rossonera o biancazzurra, è una gara epica. stagione 1992-93, il Pescara di galeone reduce dalla vittoria sulla Roma all'Olimpico riceveva in casa il Milan -Vincitutto di quegli anni, imbattuto da mesi e mesi e quasi imbattibile. e all'intervallo la grande sorpresa, prima del risveglio di Van Basten a riportare tutti sulla terra: Delfino avanti 4-2. In quella partita fu incontenibile Ricky Massara, oggi ds della Roma e all'epoca strepitosa ala sinistra del Delfino. A Il Centro ha ricordato quella partita e il suo Maestro Giovanni Galeone così: 

«Il paradosso è quello: ha regalato gioie immense, ha ottenuto due promozioni inaspettate e in un certo senso leggendarie, più una salvezza in serie A. Ma il simbolo del suo calcio resta una... sconfitta. È stato un allenatore offensivo, che ha fatto segnare alle sue squadre un calcio spettacolare, eppure la partita più emblematica che nessuno dimentica è quella: una sconfitta. Spettacolare, no? Affrontavamo un Milan invincibile, quello di Capello, che subiva pochissimi gol. Ma al 45’ ne aveva presi 4 a Pescara. Pazzesco. Quella domenica la ricorda tutto il calcio italiano, non solo chi era all’Adriatico», ricorda al quotidiano abruzzese. «Ho bei ricordi di quelle stagioni con lui: era un allenatore che trasmetteva serenità alla squadra. Una delle sue più grandi qualità. Un’altra dote straordinaria? Riusciva, nell’intervallo, con pochissime mosse, a cambiare l’andamento delle partite. Una chiarezza nell’esporre i problemi e cercare di risolverli che era davvero rara. Era sempre sereno, pacato. E grazie a questo la squadra giocava bene. Giocava un calcio a sua immagine e somiglianza. Voleva solo attaccare, non voleva che giocassimo mai la palla indietro. Con lui ho passato le mie migliori stagioni da calciatore. La mia carriera ha avuto un impulso molto positivo dopo aver lavorato con Galeone. Il suo calcio si prestava molto alle mie caratteristiche. Ecco, una sua dote era quella di sfruttare i suoi giocatori al meglio. Come mi ha scoperto in serie C a Pavia? Non l’ho mai saputo alla fine... Galeone ha valorizzato tantissimi giovani calciatori e ha ispirato tanti di noi che poi sono diventati allenatori: è stato un maestro».

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