
Da Pillon a Baldini, dopo 6 anni in città è entusiasmo travolgente
Pescara è tornata a sognare grazie al suo condottiero
Un entusiasmo così a Pescara non c'era da almeno 6 anni. L'ultima volta che la città si era compattata intorno ai biancazzurri e sognava in grande era infatti il 2019, quando la squadra all'epoca guidata da Bepi Pillon era arrivata alle semifinali playoff per l'approdo in serie A e venne eliminata per un rigore realizzato da Di Carmine nel return match in Abruzzo quando tutto faceva pensare ad un epilogo diverso. Oggi, rispetto ad allora, la fame di calcio in riva all'Adriatico è cresciuta dopo tante stagioni difficili e una contestazione nei confronti della società che ancora adesso persiste, anche se passata in secondo piano grazie alla prospettiva concreta di vedere Marco Verratti entrare in società e, soprattutto, ai risultati della banda Baldini. Prova ne siano i quasi 19mila presenti allo stadio mercoledì per la sfida con il Cerignola (precisamente 18.729, dei quali solo 258 ospiti), un dato nettamente superiore a quella partita contro l'Hellas che fece registrare 11.165 spettatori e del tutto simile a allo score toccato due anni fa nella semifinale di ritorno dei playoff di C contro il Foggia. Oggi come allora la tifoseria si riconosce nel condottiero (a proposito: Baldini è stato l'unico nel post Pillon a iniziare e completare una stagione sulla panchina pescarese) e nei valori di una squadra che, grazie ad impegno, coesione e unità di intenti sta andando oltre le proprie possibilità e le più rosee aspettative. Il valore aggiunto è proprio il tecnico, che all'alba del suo insediamento lo scorso 14 luglio parlò di “una città dove c'è magia” e di “credere fortemente nel sogno serie B”. Frasi che avevano stuzzicato la fantasia del popolo pescarese sin da subito e che Baldini ha avuto la forza e il coraggio di ribadire anche quando, dopo l'avvio sprint (29 punti in 11 partite) e il platonico titolo di Campione d'Inverno messo in cassaforte, complice la penalizzazione di 2 punti alla Ternana, il suo Delfino non sapeva più vincere e scivolava sempre più giù in graduatoria. “Vinceremo i playoff anche se arrivassimo decimi”, diceva in quei 3 mesi senza vittorie, attirandosi anche critiche e commenti negativi. Adesso, però, tutti credono in quell'allenatore che vede i suoi giocatori come figli e che subito dopo aver eliminato il Cerignola, citando Nereo Rocco, ha pronunciato la frase che ha infiammato ancora di più i cuori dei tifosi: “Le finali non si giocano, si vincono”. Dall'alto della sua esperienza Baldini è consapevole che resta uno scoglio gigantesco, la Ternana, da superare per trasformare il sogno della città in realtà. C'è ottimismo, comunque, e una medicina in più: l'entusiasmo di una piazza che non vuole smettere di crederci.
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