Prima squadra

Gioia, lacrime e abbracci prima della notte di festa

Un sabato che è già storia

09.06.2025 08:16

Sogno e magia, tutto in una notte diventata già storia. Il popolo pescarese sapeva da giorni che sabato 7 giugno non poteva essere un giorno qualsiasi, ma in pochi immaginavano che si sarebbe sviluppato con la trama di un film thriller, degno dei migliori sceneggiatori di Hollywood, e con un lieto fine che forse il solo Walt Disney avrebbe potuto congegnare così. Dopo un lungometraggio di oltre 120 minuti ricchi di colpi di scena, il tempo si è fermato per un attimo, scandito solo dai battiti accelerati dei quasi 20mila dell'Adriatico, prima che l'infortunato Alessandro Plizzari respingesse il terzo rigore e consegnasse su un piatto d'oro la serie B al Delfino. In quell'esatto istante è scattata la festa, gigantesca ed incontenibile come era lecito aspettarsi dopo 6 anni difficilissimi. Sugli spalti, proprio mentre Plizzari diceva di no a Donnarumma, è scattato subito in piedi a festeggiare Marco Verratti, come un tifoso qualunque, per poi correre ad abbracciare il presidente Daniele Sebastiani che era seduto tre posti più a destra, verso la Curva Sud. I due si sono sciolti in un abbraccio fortissimo che sembrava legare presente e futuro, mentre in campo tutti si sono catapultati in una corsa forsennata per raggiungere l'eroe della serata, già in lacrime non per il dolore ma per la gioia. E mister Baldini? Prima di abbracciare uno per uno i suoi ragazzi e tutti i collaboratori, si è prodotto in uno scatto da centometrista verso la tribuna, battendo più volte e in modo energico la mano destra sul cuore per poi indicare chi non lo ha mai abbandonato, nemmeno nei momenti più duri. E ce ne sono stati, a Pescara come nel resto della carriera. La prima dedica pubblica, però, a caldo è stata ai suoi giocatori. “I complimenti fateli ai ragazzi, hanno creduto in quello che facevano. Hanno dato più loro a me che io a loro. Non è merito mio”, ha detto prima di rendere ben più dell'onore delle armi all'avversario sconfitto. “Abbiamo giocato contro una squadra più forte come la Ternana e il migliore è stato il nostro portiere. Abbiamo cercato di portare la gara ai calci di rigore perchè una volta rimasti in dieci non c’è stata più partita: ci siamo riusciti e dal dischetto abbiamo vinto. Voglio dedicare questa vittoria a tutti quegli allenatori che quest'anno non hanno potuto portare a termine il loro lavoro. Se il Pescara ha vinto lo deve al presidente Sebastiani. Sta sulle scatole (in realtà ha usato un termine ben più colorito, ndr) a tutti ma lui mi ha difeso sempre, soprattutto quando mi volevano cacciare. Ora sul carro dei vincitori ci salgono tutti. Quando parlavo di magia e dicevo che avrei riportato il Pescara in B molti si misero a ridere. Ora voglio ringraziare non solo la società e la squadra, ma anche i sapientoni che invitavano il presidente Sebastiani a disfarsi di me perché sono una testa di ca... e non so gestire un gruppo. È una vittoria contro queste persone, che rappresentano la cattiveria e il male del calcio”. Ma il successo del Pescara non è solo di Plizzari o Baldini, è il trionfo di tutto il gruppo. Di chi sabato non era in campo, come Davide Merola (“Restare è stata la scelta giusta”), e di chi, come Antonino De Marco, dopo mesi in naftalina si è presentato sul dischetto con un pallone che pesava un quintale. E che ha depositato in rete con la freddezza dei grandi, lui che è solo un classe 2004. “Ci meritiamo tutto per il percorso fatto”, le sue parole. Dopo la premiazione in campo, in un vero tripudio, squadra e dirigenza hanno portato avanti i festeggiamenti fino all'alba nello stabilimento Alcyone Beach Club, in pieno centro, a pochi passi dalla Nave di Cascella dove si erano invece radunati i tifosi per esultare con cori, sciarpe e bandiere nella notte più bella. 

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