La posizione di Olzer, il ruolo di Dagasso e la fame di Di Nardo: le armi di Gorgone
Verso la prima gara del nuovo corso
Come sarà il nuovo Delfino versione Gorgone? È ovviamente ancora presto per dirlo, anzi prestissimo essendo stato ieri solo il secondo giorno di lavoro, ma le linee guida del nuovo corso possono essere già tracciate. Corsa, intensità e aggressività: saranno questi i capisaldi dell'impostazione data dal nuovo tecnico alla squadra, a prescindere dal modulo che alla fine deciderà di adottare. E, in fondo, sono le stesse prerogative che aveva la sua Lucchese e che sono i presupposti necessari di cui devono essere dotate tutte le squadre che non hanno valori tecnici assoluti di primo livello e che hanno come obiettivo la salvezza. Corsa e vis pugnandi vengono prima di ogni discorso tattico, ma è chiaro che anche sotto quest'ultimo profilo il tecnico con il suo staff (a partire dal vice Emiliano Testini, nel gruppo di lavoro anche il preparatore dei portieri Giovanni Di Fiore che era stato a Pescara due anni fa nello Zeman Ter) abbia già iniziato ad impostare il lavoro (incredibilmente al momento non è stata ancora prevista presentazione ufficiale del tecnico, che dovrebbe parlare per la prima volta alla vigilia del match di Catanzaro). Nel giorno della sua prima seduta, ad esempio, ha fatto intendere di volere iniziare il suo percorso sulla scia del predecessore per quanto riguarda lo schieramento difensivo, con 3 centrali coperti ai lati da due esterni, anche perchè mancano veri terzini di ruolo specie a sinistra, ma in avanti ha puntato su due attaccanti veri e non sulla formula uno più uno, da intendersi trequartista più centravanti. La scelta è dettata un po' dalla convinzione di dover aumentare il peso offensivo dell'undici biancazzurro e un po' dalla necessità, perche senza Merola ed Olzer al momento non c'è a disposizione un sottopunta su cui testare l'assetto. Proprio il recupero di Olzer, che ci sarà probabilmente a fine mese per il match interno con il Padova, anche se inevitabilmente il giocatore non sarà ancora a pieno regime, porrà poi quesiti tattici sulla posizione di un giocatore imprescindibile per questo Pescara. Nel 3-5-2 di partenza potrebbe essere utilizzato come Saporiti l'anno scorso a Lucca, talvolta da trequartista a ridosso di una punta e talvolta da mezzala offensiva dietro un tandem d'attacco in gare da interpretare in modo più offensivo, ma sono comunque valutazioni non di strettissima attualità. Chi resterà fondamentale anche con Gorgone è Matteo Dagasso, che però lavorerà con il nuovo tecnico solo a ridosso dell'anticipo di Catanzaro essendo ora in Under 21. Oggi, dopo il gol e l'assist con l'Armenia, in Polonia potrebbe essere titolare e tornerà in sede solo nel pomeriggio di mercoledì 19. In azzurro non ha potuto commentare le vicende di casa Delfino, ma ha comunque parlato di temi biancazzurri a partire dal c.t. Silvio Baldini: “Qui ho ritrovato la stessa persona che avevo conosciuto a Pescara. Il mister ha le sue idee e le ha portate anche in Under 21. Tiene moltissimo allo stile di vita del calciatore, è un piacere poter lavorare con lui e anche con tanti dello staff che erano con lui e lo hanno seguito. Verratti? Ho avuto la fortuna di conoscerlo, è venuto al campo a salutarci. Lui è il simbolo e un idolo per i ragazzi che giocano a calcio a Pescara”. Con Gorgone resterà importante anche il contributo di Antonio di Nardo, martedì premiato alla XIV edizione del Gran Galà del Calcio dove ha ricevuto il premio come giocatore rivelazione del Girone B di Serie C. Non ha potuto commentare gli sviluppi in panchina, ma ha lanciato il suo grido di battaglia. “È vero che i numeri finora non sono dalla nostra parte, sapevamo che non sarebbe stato facile”, le sue parole. "L'importante è continuare a lavorare e a credere in ciò che facciamo, perché solo così possiamo venirne fuori”. Al Ceravolo si attendono le prime risposte.

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