Quella triste similitudine con l'ultima B, assolutamente da cambiare...

Oggi il Delfino si lecca le ferite e guarda la graduatoria con preoccupazione. Oggi la classifica ha una valenza relativa, essendo oltretutto cortissima, ma se il Pescara ha la peggiore difesa del campionato e ha avuto un approccio simile a quello dell'ultima esperienza cadetta (5 punti ora contro 4, terzultimo posto oggi e ultimo in coabitazione allora) c'è su cui riflettere. Nell'annata dei 3 cambi in panchina (Oddo-Breda-Grassadonia) post vittoria ai rigori del playout thrilling con il Perugia, dopo 7 gare il Pescara era ultimo a 4 punti insieme a Cremonese, Ascoli ed Entella (poi retrocessa anch'essa), con avanti di un punto il Cosenza e di 2 altre quattri squadre. E sappiamo tutti come è andata a finire una stagione nata malissimo e proseguita peggio. Adesso il Pescara ha dietro solo lo Spezia, squadra dalla quale è lecito aspettarsi una lesta risalita essendo attrezzata per un campionato di vertice, e il Mantova, contro il quale ha perso lo scontro diretto come con la Samp, che ora è a braccetto con il Delfino ma che ha conquistato tutti i suoi punti nelle ultime 3 gare, a testimonianza di una crescita che invece in riva all'Adriatico sembra essersi arrestata. Dunque, delle 4 squadre in fondo il Pescara ha perso con due e la terza è una big o presunta tale del torneo, che probabilmente lascerà i bassifondi alla lunga. Vero è che avanti di una sola lunghezza ci sono 3 squadre, ma Catanzaro e Bari sembrano in risalita e l'Entella pare essersi calato meglio nella categoria rispetto al Delfino. Il Pescara di oggi in 7 giornate ha affrontato ben 4 squadre destinate a giocarsi la promozione diretta, o almeno così si diceva ad agosto sulla carta (Venezia, Empolil, Modena e Cesena), ma contro le 3 squadre ritenute alla portata ha raccolto un solo punto, non sfruttando in pieno il fattore casalingo e strappano dil pari solo all'ultimo secondo del tempo di recupero.