Prima squadra

Pescara-Cosenza, la dura legge degli ex

15.03.2019 08:50

A CURA DI DANIELE BERARDI

Certi amori non finiscono mai. Alcuni restano in cantina per diverso tempo, salvo poi tornare a bussare alle nostre porte quando meno ce lo aspettiamo. Altri sono ancora più infidi e aspettano che la nostalgia avvolga il cuore per tornare a far pressione su antiche ferite. Memorie "vendittiane" di un passato dalle mille sfumature: romantico, feroce, sgargiante, deludente. Un climax di emozioni che ci assale guardando negli occhi quello che è stato e che, come il ciclo delle stagioni, torna a riproporsi. Quasi senza pietà.

Pescara-Cosenza è un intreccio romanzato di corsi e ricorsi storici. La partita di stasera (ore 21, stadio Adriatico) rappresenta uno spartiacque fondamentale per la banda Pillon, ma l'aspetto emotivo sarà altrettanto uno dei temi centrali della sfida ai calabresi. In primis Piero Braglia, che all'andata riuscì ad incartare i biancazzurri mantenendo il vantaggio fino al rocambolesco gol di Crecco. Il tecnico di Grosseto è fortemente legato alla terra abruzzese sin da quando allenava il Chieti. Dunque, la sfida occhi negli occhi con Pillon ha un sapore piuttosto particolare (i due si sono avvicendati ad Alessandria e non solo) soprattutto in questo stadio. 

E che dire degli altri protagonisti. Uno su tutti: Riccardo Maniero, che a Pescara ha lasciato più di un pezzo di cuore. Gioie e dolori con la maglia biancazzurra: 101 le presenze, 36 le marcature. Il gol alla Nocerina negli occhi di tutti, a coronare un'annata splendida con Zeman in panchina. Un bomber vecchio stampo che pareva sul punto di esplodere in Abruzzo, ma una serie di vicissitudini lo hanno spinto a peregrinare in giro per la penisola, alla ricerca di terreno fertile dove tornare a cacciare. Partirà dalla panchina stasera, su quel rettangolo verde che è stato casa sua per parecchio tempo. All'andata castigò il Pescara, un doppio dispiacere (ai suoi ex tifosi) non sarebbe garbato.

Gli unici ex in campo dovrebbero essere Tommaso D'Orazio e Jaime Baez. Il primo, cresciuto nelle giovanili del Delfino, è molto legato alla sua terra essendo originario di Bucchianico. Tanta gavetta in Lega Pro, senza aver mai la possibiità di vestire la maglia biancazzurra calcando l'erba dell'Adriatico. Di recente si è anche portato a casa il "Pallone d'Oro 2018", premio ideato dal quotidiano "Il Centro", a dimostrazione di come sia ancora ben voluto da queste parti. Chissà che un giorno non lontano, la sua strada e quella del Delfino non tornino ad incrociarsi romanticamente. 

Angelo Corsi è un altro prodotto del vivaio biancazzurro, ma sfortunatamente non sarà della partita causa rottura del legamento crociato. Rientro previsto: agosto 2019. A lui un sincero in bocca al lupo. Mentre graffierà sulla corsia mancina Jaime Baez, oggetto misterioso in maglia adriatica lo scorso anno. Strappi e giocate interessanti, ma mai la sensazione di poter incidere davvero. Quattordici presenze e nessun gol. Numeri piuttosto imbarazzanti, ma altrettanto eloquenti per un esterno offensivo. 

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