Prima squadra

Il racconto della cavalcata 2024-25

La doppia finale con la Ternana è già storia

08.06.2025 09:18

Una cavalcata iniziata in un caldissimo pomeriggio d'estate, tra mille difficoltà e lo scetticismo generale. Era il 14 luglio quando mister Silvio Baldini veniva presentato alla città e a una tifoseria in forte contestazione nei confronti della società, alla vigilia della partenza per il ritiro di Palena e senza l'uomo che lo aveva portato a Pescara, il ds Daniele Delli Carri che proprio quella sera diede le dimissioni. Il mago di Massa trovò le macerie di un cantiere aperto e dopo una settimana di lavoro in altura era stato davvero sul punto di mollare. Una chiacchierata con il figlio Mattia, che è suo fondamentale collaboratore e specialista degli schemi da palla inattiva, lo convinse a restare. E a lottare. Baldini in fondo si era presentato parlando di Pescara come città magica e di obiettivo serie B, dunque doveva continuare. La prima partita ufficiale fu amarissima, ma paradossalmente rappresentò la svolta della stagione: il ko interno in Coppa Italia di C contro il Pineto, che poi si rivelerà la vera bestia nera della sua squadra (2 sconfitte anche in campionato), lo convinse a mettere in soffitta il 4-2-3-1, il suo marchio di fabbrica, per varare quel 4-3-3 che tanti suoi giocatori conoscevano alla perfezione dopo l'ultima era Zeman. Le fortune del Pescara nacquero proprio in quella sera d'agosto, grazie alla prima delle intuizioni del suo condottiero. La prova generale del nuovo modulo ci fu in amichevole a Silvi contro il Cerignola, forse un segno del destino dato che poi proprio l'Audace è stata l'avversaria nelle semifinali playoff, a una settimana dal debutto in campionato a Terni, contro la squadra favorita alla vittoria del Girone B. Al Liberati, però, a trionfare fu il Pescara per 2-1, iniziando nel campo più difficile a dimostrare quella vocazione corsara che ha portato la banda Baldini a vincere 15 volte (11 in campionato, 4 su 4 ai playoff) in 23 partite lontano da casa. La prima battaglia con le Fere fu l'inizio di una striscia da record fatta di 29 punti nelle prime 11 gare di torneo, uno score clamoroso e inaspettato che ha compreso anche la vittoria di Chiavari contro l'Entella, che resterà l'unica sconfitta stagionale della squadra poi promossa direttamente in B e vincitrice della Supercoppa di C. Lo strepitoso avvio si è stoppato a Pesaro in una partita dei veleni il 3 novembre e da lì è iniziata una flessione graduale di rendimento, che da fisiologica è diventata preoccupante. Primi dalla terza alla ventesima giornata, da soli (e con margine) o in compagnia, i biancazzurri, che nel frattempo si erano presi il platonico titolo di “Campioni d'Inverno” complice la penalizzazione di 2 punti alla Ternana, sono scivolati sempre più giù in classifica in 3 mesi senza successi. Poi il Delfino è salito in altalena, alternando belle prestazioni e ottime vittorie a sconfitte inaspettate e sconcertanti, come quella di Sestri Levante (non la prima contro il momentaneo fanalino di coda) all'interno di un amaro tris di ko. Con 3 vittorie di fila, però, la truppa ha conquistato il quarto posto finale del raggruppamento, prologo agli spareggi promozione che hanno visto Ferraris e soci eliminare prima la Pianese all'Adriatico in gara secca e poi in rapida successione Catania, Vis Pesaro e Cerignola nell'arco di sfide da 180' che la truppa ha avuto il merito di indirizzare già nel primo atto in trasferta. Il resto è storia di adesso ed è già scritta negli annali, con la vittoria di Terni nella prima finale e i 20mila dell'Adriatico nella notte più lunga a meno di un mese dal compleanno n.89 del Delfino. Una finale di ritorno thrilling, finita ai rigori con l'infortunato Plizzari eroico a parare 3 tiri e a regalare la serie B ad un'intera città

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