
Rocco Pagano a PS24: "Vi racconto il mio Pescara"
Una vita dedicata al calcio: Rocco Pagano è l’emblema del calciatore appassionato di questo splendido sport. Col Pescara ha scritto la storia, aiutando i colori biancazzurri nella cavalcata alla Serie A per due volte. In esclusiva per Pescara Sport 24, abbiamo contattato l’ex ala per ripercorrere insieme a lui le tappe migliori della sua carriera.
La vita calcistica di Rocco Pagano si snocciola tra promozioni conquistate e complimenti ricevuti: qual è il ricordo più bello che hai della tua carriera?
Ci sono tanti bei ricordi nella mia carriera, ma il più bello non può che essere la prima promozione in Serie A con il Pescara, perché fu definita da molti inaspettata. La vittoria con la Juventus all’Adriatico nella stagione successiva fu un altro autentico capolavoro, momenti indelebili.
Ripercorrendo la tua carriera, nel 1985 ci fu il tuo trasferimento al Pescara: un anno difficile in B, culminato con il ripescaggio dopo il fallimento del Palermo. Cos'è che non andò con mister Catuzzi?
In quegli anni il Pescara aveva preso molti giovani: io, Carrera, Berlingheri, Bergodi, tutti ragazzi di ottima prospettiva. Il calcio di quei tempi, però, era diverso da quello attuale: prima che una “matricola” iniziasse a giocare passava molto tempo, si dava troppo spazio ai veterani al di là di chi meritava o non meritava. Non credo che i problemi comunque fossero solo questi, ma l’importante fu ripartire di nuovo in Serie B per compiere una stagione indimenticabile.
L'anno successivo l'exploit con Galeone alla guida tecnica. Che rapporti avevi e hai ora con lui?
Il mister aveva un grande rapporto con tutti i giocatori: anche dopo una sconfitta, cercava sempre di impartirci positività. Da parte nostra sentivamo la sua fiducia, sotto tutti i punti di vista. Adesso sento frequentemente il mister, lui viene spesso a Pescara e di tanto in tanto ci ritroviamo a ricordare questi successi magnifici della nostra carriera.
Nella massima serie ti conoscono benissimo per le partite contro il Milan (e non solo) nelle quali, a detta di Maldini, sei stato imprendibile. Vi siete sentiti dopo le esternazioni del capitano rossonero e cosa hai provato nel sentire quelle dichiarazioni?
Anzitutto devo dire che una cosa del genere ti rende orgoglioso del lavoro che fai. Non potevo ricevere un complimento migliore: Maldini è stato un campione, giocatore vero ed è soprattutto una grande persona. Gli mandai un telegramma il giorno dopo, perché la sera spensi la tv e non sentii ciò che disse. La mattina successiva, tra chiamate e messaggi, capii quello che mi ero perso. Questo fatto ha avuto una risonanza incredibile: ancora oggi mi chiedono questa vicenda e devo dire che ogni volta la ricordo più che volentieri.
Dopo 5 anni a Pescara, la scelta di andare a giocare a Udine. Quali furono le motivazioni che ti spinsero a lasciare l'Abruzzo?
Dopo gli anni bellissimi fatti a Pescara, decisi di fare richiesta di cessione per provare a mettermi in mostra ancora in Serie A. Capitò subito l’occasione Udinese in prestito, ma in Friuli c’erano tanti giocatori importanti e fu parecchio difficile trovare spazio da titolare.
Il ritorno fu inevitabile, tra l'altro hai contribuito ad un'altra storica promozione degli abruzzesi in A con 10 reti nella stagione 1991-1992. Più bella la prima o la seconda promozione?
Sicuramente la prima, perché inaspettata. Però devo dire che anche la seconda fu particolare, perché eravamo consapevoli della nostra forza e sapevamo di poterci imporre su ogni campo.
Poi il passaggio al Perugia, con cui hai ottenuto tre promozioni (una annullata), Ancona e Teramo tra i professionisti, per poi continuare a giocare tra i dilettanti. Se ti dicessi, in futuro, Rocco Pagano allenatore del Pescara, anche partendo dal settore giovanile, cosa risponderesti?
Sinceramente, la prima cosa che ho detto quando ho smesso di giocatore tra i professionisti è stata che non avrei mai fatto l’allenatore. Un uomo deve essere portato per fare questo mestiere, non basta esser stato un giocatore. Inoltre, un calciatore che vuole allenare deve iniziare a farlo subito dopo che ha appeso le scarpe al chiodo, mentre per me è già passato un po’ di tempo. Ho fatto questa scelta e ne sono contento.
Allenatore mai. Chi in futuro vorrà sapere qualcosa su di lui, dunque, dovrà far fede ai video in rete. E probabilmente ci emozioneremo ancora nel vedere Rocco Pagano, l’ala che mise in crisi Paolo Maldini.
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