Prima squadra

L’importanza di chiamarsi…Campagnaro

16.11.2015 11:37

Con El Toro non si passa. Anche quando non è al meglio e serve un super Fiorillo, come a Como. La statistica è ovviamente parziale e basata su pochi dati, ma conferma che quando una squadra giovane, come il Pescara 2015-16, può contare su elementi di classe ed esperienza certe il rendimento complessivo se ne avvantaggia. E non poco. Con l’ex Inter e Napoli Campagnaro  in campo il Pescara non solo non perde, ma mantiene la porta immacolata. Il vice campione del mondo argentino è ancora a mezzo servizio (per impiego e per condizione fisica), ma dalla sua presenza trova giovamento tutto il reparto. Aspetto non secondario, la personalità di Campagnaro: altri sarebbero andato in bambola a Como dopo l’errore personale all’inizio e con un polpaccio non a posto. Lui no. Non si è scomposto e con la tranquillità del vero veterano ha continuato a giocare fino a quando ha potuto. Le statistiche personali di Campagnaro recitano 4 presenze per 272 minuti così distribuiti: 25 minuti in Pescara-Cagliari 1-0, 90 minuti in Trapani-Pescara 0-3, 90 minuti in Pescara-Pro Vercelli 1-0, 67 minuti in Como-Pescara 0-2. Con lui in campo 4 vittorie su 4 gare e 0 reti al passivo. Casualità o nesso causale? Impossibile trarre una “legge” di carattere generale, ma la tendenza è chiara. Como, però, ha confermato anche altro: che Mandragora come cerniera difensiva è imprescindibile e che a gennaio saranno due gli innesti, specie se diventasse ufficiale l’addio di Bunoza, in difesa: un giocatore “pronto” ed uno di prospettiva che non occupi un posto in lista e che possa crescere all’ombra di Campagnaro.

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