Prima squadra

Dal delitto perfetto ai rimpianti, ma testa già ai Lupi d'Irpinia

L'analisi

27.10.2025 08:04

Il delitto perfetto è sfumato all'ultimo respiro, ma non c'è tempo per i rimpianti. Il Pescara che è tornato da Chiavari con tanto amaro in bocca per un pareggio arrivato sui titoli di coda del match domani sera sarà già in campo per una partita da non fallire e sulla carta difficilissima per mille motivi. All'Adriatico arriva un Avellino ferito e desideroso di vendetta dopo due sconfitte consecutive, l'ultima delle quali al Partenio e assai rotonda (uno 0-4 che ha rilanciato lo Spezia, non più fanalino di coda solitario della graduatoria), e la banda Vivarini dovrà innanzitutto dimostrare di aver assorbito presto e bene il contraccolpo psicologico della beffa finale in casa dell'Entella e poi dovrà nuovamente fare di necessità virtù per fronteggiare un'emergenza che non accenna a diminuire. In Liguria nel tempo di recupero si è passati dall'aggancio all'avversario in classifica e dalla prima vittoria esterna della stagione a un pareggio sostanzialmente giusto per quanto visto sul sintetico del Comunale Enrico Sannazzari ma beffardo per come è maturato (gol rocambolesco in pieno recupero) e tremendo per i riflessi sull'umore della squadra e dell'ambiente. E, ovviamente, perchè ha fatto sfuggire 2 punti pesantissimi, oltretutto in uno scontro diretto contro un'altra neopromossa che invece ha proseguito la sua striscia di imbattibilità interna che dura da 13 mesi, proprio dall'ultimo incrocio con il Delfino. Adesso sono 22 le gare in casa, sommando la vecchia stagione alla nuova, nelle quali la Virtus fa punti e saper sfruttare il fattore campo è davvero importante per una squadra che ha come obiettivo la salvezza. Dunque domani all'Adriatico anche il Pescara dovrà provare a fare bottino pieno a tutti i costi, perchè 7 punti in 9 partite sono uno score che non può soddisfare e che deve essere necessariamente migliorato grazie a vittorie pesanti sul campo amico. Riavvolgendo il nastro, a Chiavari una formazione di nuovo conio imposta dai tanti infortunati e dai giocatori ancora fuori condizione ha retto abbastanza bene l'urto dei padroni di casa, soprattutto nella specialità che aveva consentito a Fumagalli e soci di presentarsi all'incrocio tra matricole con 3 punti in più: gli sviluppi da palla inattiva, che avevano prodotto 7 dei 9 gol realizzati. L'Entella aveva creato su azione qualche buona occasione da rete, poi sempre sventata da Desplanches e compagni, e aveva deciso di lasciare all'avversario la responsabilità dell'iniziativa, limitando così la caratteristica principale dei biancazzurri, che sono pericolosi nelle ripartenze a campo aperto ma che non hanno facilità di gioco nel dover impostare. E una volta passata in svantaggio ha avuto il merito di non disunirsi e di mantenere i nervi saldi, venendo alla fine premiata dalla Dea Bendata per punire oltre i propri demeriti un Pescara che si era dimostrato assai cinico nel colpire in una delle rare trame pericolose prodotte. Del pari al fotofinish restano molti rimpianti e alcune certezze, a partire dalla considerazione che questa squadra ha carattere ma che paga sempre dazio ad errori e fragilità (Gravillon l'emblema) e che non sempre può trovare dalla panchina i jolly. Si pagano carenze strutturali della rosa e Vivarini, la cui panchina inizia a scottare, non può più di tanto anche se talune scelte sono opinabili e sono state criticate. Questo Delfino non può permettersi le contemporanee assenze di 4 titolari (Pellacani, Olzer, Oliveri e Tsadjout) e dell'alternativa in attacco di maggior talento (Merola), ma comunque stava portando a casa un successo che avrebbe significato tantissimo per la classifica e per il morale. Adesso sono Dagasso, Brosco, Meazzi e Di Nardo gli imprescindibili e starà a loro anche domani provare a trascinare il gruppo contro i Lupi d'Irpinia. 


 


 

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