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"San Biagio e la Candelora": il Delfino Rampante racconta.... (la sfida tutta abruzzese di C)

Il momento dei biancazzurri

05.02.2024 16:32

Il momento del Pescara in una delle rubriche più lette ed apprezzate di PS24, quella firmata dal Delfino Rampante. Buona lettura!

2 febbraio. Quaranta giorni dopo il Santo Natale, la Chiesa cattolica celebra la Candelora: ovvero, la presentazione di Gesù al tempio. Sintetizzando al massimo la ricorrenza, per chi è credente si benedicono le candele, simbolo di Cristo: luce per illuminare le genti. Il giorno successivo, poi, si onora San Biagio, protettore della gola. Dalle nostre parti, proprio al Santo di origine armene, al di là dei famigerati e squisiti tarallucci, è legato un antico detto che, mettendo da parte il vernacolare e italianizzandolo, recita, più o meno, così: San Biagio e la Candelora. Se arriva il sole buono dall'inverno siamo fuori. Se, invece, arriva il sole timido nell'inverno siamo in mezzo.

Considerate le bizzarre giornate assolate del 2 e 3 febbraio scorsi, stiamo attraversando un inverno poco Generale e piuttosto soldato semplice. Quindi, se crediamo ai vecchi adagi possiamo anche noi confermare che ormai quest'inverno che, di fatto, meteorologicamente non c'è mai stato, è già alle spalle prim'ancora di iniziare.

Ma se il clima è stato più che clemente, calcisticamente parlando, per il Pescara, l'inverno è stato uno dei peggiori della storia recente biancazzurra. Mesi bui, culminati con le due sconfitte consecutive patite contro Juventus e Perugia.

Improvvisamente, però, ci si è risvegliati dall'incubo nero cantato nella sigla di "Ken Il Guerriero" grazie alle ultime tre vittorie consecutive tra le quali proprio quella del 3 febbraio nel derby casalingo contro il Pineto.

Come dire, vista la concomitanza con la festività di San Biagio, il sole buono è tornato a splendere sul Delfino, scacciando - si spera definitivamente - la lunga notte polare che, a latitudini comunque più miti, aveva purtroppo imperversato per tanto tempo in riva all'Adriatico.

Insomma, per dirla alla Sergio Caputo, noto cantautore romano, "in questo sabato qualunque, un sabato italiano, il peggio sembra essere passato".

"La notte - la nostra notte - è un dirigibile [...] che naviga dentro un sogno planetario". E al timone pare si sia finalmente seduto Davide Merola, a segno 3 volte nelle ultime 3 sfide dei biancazzurri. Poco Davide molto Golia: un gigante negli ultimi 270 minuti, nonostante il nome di battesimo e soprattutto la statura. Un gigante al pari di quel gigante mitologico, soldato filisteo, a capo delle truppe del sovrano di Gat.

Sono sette finora i centri siglati dal fantasioso attaccante campano - impreziositi da 5 assit vincenti - in questo Pescara di Zeman incredibilmente e, per certi versi, inaspettatamente poco zemaniano e piuttosto attento alla fase difensiva: dopo le quattro pesanti sberle epifaniche subite ad Alessandria contro la Juve dei piccolini, infatti, la banda del boemo è stata brava a registrare la difesa, subendo solo 2 gol - ko interno col Grifone compreso - in ben 4 partite. Se non è un record per Sdengo, poco ci manca.

Crodo. Paesino piemontese con meno di 1500 abitanti. Quasi sconosciuto. O meglio, sconosciuto se non fosse che qui è stato prodotto per la prima volta, siamo nel 1965, uno degli aperitivi italiani più famosi nel mondo. Si beve velocemente, il suo nome richiama i colori del sole al propiziar dell'alba ed è quasi omonimo del paese dove venne realizzato agli albori della sua comparsa. Insomma, è analcolico, è biondo e fa impazzire il mondo. Un po' come Lorenzo Meazzi neoacquisto prelevato dall'Entella che nel secondo tempo della gara col Pineto ha fatto il suo esordio con la maglia del Pescara facendo impazzire, al pari di quella bevanda di Crodo narrata nell'intramontabile pubblicità, la retroguardia teramana; sfiorando il gol; dando l'impressione di essere un acquisto importante che potrà diventare fondamentale in ottica play off. E chissà se la consonanza del cognome con l'epico Meazz...a nerazzurro di Milano sia per tutti di buon auspicio.

Cosa sarà il futuro? Se lo domandava Claudio Baglioni ne "La vita è adesso", celebre canzone della musica leggera italiana datata 1985. Un po' quello che si chiedono tutti gli appassionati dell'universo biancazzurro in tema di calcio mercato. Oltre a Meazzi e al portiere Gasparini, infatti, sono arrivati due giovani giocatori d'attacco, Sasanelli e Capone, guardando più al futuro che al presente.

Insomma, il vostro futuro non è ancora stato scritto. Il vostro futuro è come ve lo creerete. Perciò createvelo buono: insegnamento di Emmet Brown, lo storico e bizzarro doc di "Ritorno al futuro", pellicola di produzione italiana del 1985.

Intanto, però, in questo Pescara che si sta riscoprendo poco zemaniano e molto pragmatico i due migliori acquisti li abbiamo fatti in casa. Da un lato, come detto qualche riga più su, Davide Merola da Capua Vetere; dal lato opposto, qualche metro più indietro sul terreno di gioco rispetto al compagno di squadra, Davide Di Pasquale che, in coppia con Brosco, ha eretto una vera e propria Linea Maginot nel reparto difensivo del Pescara blindando la porta del Delfino.

Merola e Di Pasquale come i gemelli opposti, indispensabili l'un l'altro descritti nelle poesie beat di Jack Kerouac.

E, a proposito di Kerouac, si può sempre andare oltre, oltre non finisce mai. Così scriveva il rivoluzionario autore statunitense, padre proprio del movimento beat. Chissà che, dopo i 9 punti consecutivi e i concomitanti risultati a noi favorevoli di Perugia e Torres, i biancazzurri non riusciranno ad andare oltre il loro oltre.

Lo scopriremo solo vivendo!

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