Prima squadra

"Un'aranciata esagerata!" Il Delfino Rampante racconta...(Pescara-Arezzo)

L'apprezzata rubrica di PS24

17.09.2023 09:52

Fu uno dei più grandi imperatori del Mondo Classico. Sicuramente il più grande conquistatore del suo tempo. E per questo entrò, di diritto, a far parte della mitologia. Alessandro il Grande - magno - regnò su un territorio vastissimo che si estendeva dalla Grecia alla Persia, l'attuale Iran. 
Alessandro: il protettore degli uomini; colui che difende, dal greco “alexein” (difendere, aiutare) e “andrós” (uomo).

Alessandro Plizzari: il nostro protettore, il nostro difensore... estremo. The last but not the least, direbbero nella Terra degli Angli. Un po' la solitudine e la magìa dei numeri primi.

Alessandro Plizzari: colui che governa la nostra area di rigore. Colui che ieri, in una partita che sembrava semplice ma che poi si è rivelata molto insidiosa e complicata, ha deciso di sfoggiare un paio di interventi decisivi, in extremis, che hanno garantito al Pescara i tre punti. Sembrava un felino... completo e orgoglioso, elastico, saldo e sottile parafrasando la celebre "Ode al gatto" di Pablo Neruda, il più famoso scrittore cileno del Novecento.

Sembrava un condottiero, abbracciato e inneggiato dai compagni a fine gara per il pericolo scampato. Come dire, da grandi poteri derivano grandi responsabilità. Parole di Peter Parker, o meglio Spider Man; fatti di Alessandro Plizzari, il nostro uomo ragno. Il nostro supereroe del sabato sera.

Insomma, ci sono anche - e per certi versi soprattutto - le manone del numero 1 biancazzurro nella vittoria sofferta (3-2) di ieri all'Adriatico contro un volitivo Arezzo.

Così come ci sono il cuore, la testa e le gambe di Lorenzo Milani che nella gara del saturday night ha deciso di fare la differenza tanto in difesa quanto in attacco. Sembrava un po'  Ferrer - terzino di quel dream team del Barcellona allenato da Cruijf - un po'  Burruchaga, estroso numero 7 dell'Argentina mondiale del 1986, quando ha deciso di percorrere fino in fondo la fascia e sfornare un assist rasoterra al bacio per il vantaggio di Tunjov dopo appena 10 minuti.

Bissato sessanta secondi più in là dal raddoppio di Merola, servito in maniera chirurgica da Accornero per l'occasione in versione Diedrich Uhlhorn, ingegnere tedesco che nel 1817 inventò il contagiri.

Un Pescara esagerato come quella famosa aranciata con le bo... bollicine. All'inizio. Perché poi la partita si è appiattita e complicata. Come se si fosse spento il sole cantato da Celentano. E l'Arezzo ha prima accorciato e poi pareggiato. Fino al 71', con la capocciata chirurgica di Cangiano per il definitivo 3-2 a favore del Delfino.

E la sua corsa all'impazzata sotto la Nord. Per festeggiare. Per tirare un sospiro di sollievo. Per il pericolo scampato. Passata è la tempesta [...] ecco il sereno [...] ogni cor si rallegra [..] ecco il sol che ritorna. Prendendo in prestito alcuni versi leopardiani.

L'urlo dello stadio. L'urlo di Cangiano. Sembrava Tardelli contro la Germania Ovest, in quella estate Mundial tutta italiana dell'82 culminata con il 3-1 davanti a Re Juan Carlos e all’amatissimo Presidente Sandro Pertini. Non ci prendono più, esclamò dagli spalti del “Bernabeu” il Capo dello Stato al terzo gol degli Azzurri. Non ci prendono più, potrebbe aver pensato ZZ ieri al terzo gol dei bianc...Azzurri

Perché in fondo una salita è una cosa anche normale. Assomiglia un po' alla vita, devi sempre un po' lottare. Ma poi, dal Passo del Pordoi, apro gli occhi e vedo il mare. Così cantano gli Stadio in onore del grande ed indimenticabile Marco Pantani.

Così è sembrata la partita di ieri. In una climax di emozioni d'altri tempi. Una girandola di gioie, paure e poi ancora gioie che raccontarle in poche righe sarebbe anche complicato.

Alla fine, però, "abbraccio i miei gregari, passo in cima alla salita perché quelli come noi hanno voglia di sognare". Parole e musica di Gaetano Curreri. Speranze di tutto il popolo biancazzurro.

La giostra di Zemanlandia sta tornando tra gioie, a volte paure, e sogni: una giostra totalizzante, esagerata... un po' come quella famosa aranciata!

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