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Quando Leo Junior disse: "Aver salvato il Pescara per me è come aver vinto uno Scudetto"

Il biennio biancazzurro di Leo Junior

21.07.2022 00:01

Icona del Flamengo e della Seleçao, Leo Junior è diventato in Italia un'icona di Torino e Pescara. Nato terzino, diventerà un raffinato regista. E a Pescara è considerato il più grande biancazzurro di sempre. Prendendo spunto da Goal.com, vi riproponiamo da questo portale alcune curiosità sul mitico Leo. Buona lettura!

 

IDOLO NEL PESCARA DI GALEONE

Quando chiude l'avventura con il Torino nel 1987, la tentazione di tornare in Brasile è forte. Lo vorrebbero in tanti, ma Leo firma con il Pescara, neopromossa in Serie A.

"Fu tutto merito del dirigente Vincenzo Marinelli - rivelerà Junior -, che parlò con Luciano Nizzola, ex ad del Torino, chiedendo la mia disponibilità. Avevo qualche problema con Gigi Radice e nell’estate dell’87 arrivò la proposta del Pescara. Mi informai e tutti parlarono bene della città e dell’ambiente. Così, dopo tre anni a Torino, decisi di spostarmi. Ebbi il desiderio di rimettermi in discussione con una nuova sfida, mi sono mosso sempre così nella vita. E, dopo il clima freddo di Torino, mi spostai in un posto splendido con temperature più miti".

I tifosi biancazzurri sono in delirio per la notizia del suo acquisto e al suo arrivo in città il brasiliano trova ad accoglierlo un bagno di folla. Il grande campione si cala con grande umiltà nell'ambiente della squadra di provincia, e fin dal ritiro precampionato dimostra indiscusse qualità di leader. Tanto che Gian Piero Gasperini decide di fare un gesto simbolico ma determinante.

"Quando arrivò al Pescara gli cedetti la fascia di capitano - rivelerà a 'Sky Sport' il noto allenatore -. Il suo arrivo creò un incredibile entusiasmo a Pescara, diede lustro a tutta la squadra. Non potevo non fare quel gesto".

E il campione gli è rimasto sempre grato.

"Quel gesto mi conquistò - dirà -, con Gasperini infatti diventammo amici anche fuori dal campo, eravamo sempre insieme. Non aveva più la fascia, ma il vero leader della squadra restava lui".

A chiedergli una mano è anche il mister, Giovanni Galeone, che una sera di quell'estate 1987 lo porta a cena fuori.

"Mi disse: 'Leo, io non sono ancora molto esperto di serie A - racconterà a 'Il Messaggero - , ho bisogno di una tua mano per guidare questo gruppo di ragazzi'. Le sue parole che mi caricarono di energia positiva e responsabilità".

La stagione 1987/88 regalerà grandi soddisfazioni a Junior e al Pescara. Il brasiliano detta i tempi di gioco a centrocampo e non disdegna le sortite offensive. Con lo jugoslavo (bosniaco) Boris Slikovic trascinerà i biancazzurri alla salvezza, fornendo grandi prestazioni.

L'inizio è col botto: doppietta in Coppa Italia il 23 agosto 1987 contro il malcapitato Genoa, travolto 5-1. Ai tifosi biancazzurri sembra che sia arrivato un extraterrestre. Junior, che ha ormai i capelli e i baffi brizzolati, si ripete andando in goal anche nella partita successiva con il Monopoli (4-1 fuoricasa).

Il 13 settembre 1987 gli uomini di Galeone compiono un'autentica impresa, sconfiggendo 2-0 a San Siro l'Inter di Trapattoni. Nell'esordio in biancazzurro in campionato Junior è un gigante e a dispetto dei suoi 33 anni e risulta fra i migliori in campo. Da un suo passaggio per Galvani arriva l'1-0 degli abruzzesi, mentre Slikovic dal dischetto chiude i giochi con la rete del raddoppio.

Non resterà un exploit isolato: i biancazzurri battono 2-1 anche il Pisa in casa alla 2ª giornata e si ritrovano sorprendentemente in testa alla classifica dopo 2 gare. Proprio con i toscani Leo mette in mostra una delle sue specialità: un gran calcio di punizione che non dà scampo a Nista per il provvisorio 1-0.

La squadra abruzzese progressivamente calerà in classifica, ma si manterrà sempre a distanza di sicurezza dalla zona più calda della graduatoria. Il 7 febbraio 1988 arriva la terza impresa: il Pescara di Galeone supera infatti in casa la Juventus di Marchesi con un secco 2-0.

Fra i marcatori c'è ancora lui, 'Papà Junior', che in uno Stadio Adriatico tutto esaurito, sblocca il risultato al 54', mettendo in rete dopo un rimpallo in una delle sue proiezioni offensive. Pagano raddoppia nel finale e per la piccola provinciale e i suoi tifosi è ancora una volta festa grande.

"Ci siamo divertiti, abbiamo regalato gioie agli sportivi pescaresi e ottenuto risultati importanti - dichiarerà -. Non dimenticherò mai le vittorie a Milano con l’Inter e all’Adriatico con la Juve. Abbiamo sempre giocato per vincere".

Con il Milan di Sacchi, a San Siro, il 20 marzo, l'exploit non riesce, ma la squadra di Galeone gioca bene e fra i rossoneri c'è chi è un grande estimatore del campione brasiliano.

"Berlusconi entrò nello spogliatoio del Pescara - ricorderà Junior a 'Sky Sport' - e mi regalò un orologio che conservo ancora. Mi disse: ‘Mi spiace non essere diventato prima presidente del Milan’, e io gli risposi: 'Presidente, dispiace a me'. Magari avrei potuto giocare con i rossoneri…".

A fine anno arriva il meritato risultato: la salvezza, la prima in Serie A per i biancazzurri, che si classificano quattordicesimi su 16 squadre, ottenuta con 4 giornate di anticipo. Mentre negli ottavi di Coppa Italia la Juventus si era imposta vincendo nettamente i due confronti degli ottavi di finale. Per Junior, complessivamente, 35 presenze e 7 goal che gli valgono un posto eterno nella storia del club.

"Aver salvato il Pescara - dirà lui stesso - per me è come aver vinto uno Scudetto".

Non tutto è oro, però, ciò che luccica: il 4 ottobre 1987, in una delle sue prime apparizioni in biancazzurro, Junior, da sempre esempio di sportività e correttezza in campo e fuori dal campo, viene espulso dall'arbitro Fabricatore di Roma.

All'Adriatico si gioca Pescara-Cesena, e appena entrato in campo, Traini stende Loseto a centrocampo. Leo si avvicina sfiorando col braccio l'attaccante avversario, che simula e si butta per terra facendo credere di esser stato colpito. L'arbitro cade nell'inganno ed estrae il rosso verso l'esperto campione, che mai in altre occasioni aveva dovuto subire una simile sanzione.

L'episodio segnerà in profondità l'animo del calciatore:

"Durante una partita contro il Cesena - racconterà a 'La Repubblica' -, fui espulso per la prima volta nella mia carriera: un segnalinee sostenne che avevo dato un pugno a un avversario. La televisione mostrò che il segnalinee aveva preso un abbaglio, tutti sanno che sono un giocatore corretto. Malgrado ciò fui squalificato per due giornate. Incredibile. Non ci ho dormito la notte, ed è stata la prima volta nella mia carriera. Non mi era capitato nemmeno dopo Italia-Brasile del 1982".

Il 1988/89, il secondo anno a Pescara, si rivelerà però un anno ben più complicato per Junior e compagni. Già dal ritiro il campione brasiliano si accorge che qualcosa nella gestione della squadra è cambiato e c'è chi, fra i giocatori, si concede qualche vizio di troppo. Arrivano altri due brasiliani, Edmar e Tita, mentre Slikovic saluta dopo un solo campionato.

"Mi ricordo che al ritiro precampionato ci facevano mangiare le cotolette - racconterà -, le patate fritte: non c' era controllo, non c' era organizzazione. Ma Galeone era bravo, oscurava solo troppo qualche dirigente. Perciò lo volevano mandar via prima del tempo".

La squadra fatica a trovare i giusti equilibri e alterna sonore imbarcate (su tutte il k.o. per 8-2 contro il Napoli di Maradona in campionato) e belle prestazioni. Dopo un girone di andata tutto sommato positivo, e in linea con l'obiettivo salvezza, in cui la squadra colleziona 14 punti, il crollo nel girone di ritorno, dove colleziona soltanto 9 punti, fanno sì che i biancazzurri siano la quarta squadra retrocessa (16ª posizione finale) nell'anno del ritorno del campionato a 18 squadre.

ra i momenti più belli, 'la vendetta' sportiva sul suo Torino, che si consuma il 20 novembre 1988. Guidata dall'esperto centrocampista brasiliano, gli abruzzesi superano 2-0 i granata all'Adriatico, infliggendo ai granata, guidati sempre da Radice e rivali diretti per la salvezza, una dura sconfitta.

Fanno epoca anche le sue foto prima del fischio d'inizio con i suoi due figli Rodrigo e Juliana, nata a Torino. Inoltre nel biennio pescarese conduce anche un programma televisivo sul canale locale 'Telemare', intitolato 'Brasi... Leo', durante il quale si occupava di calcio ma anche di musica, sua grande passione.

Junior fa il suo in tutta la stagione, con 3 goal in campionato con 34 presenze e una rete in 8 partite di Coppa Italia. Il brasiliano gioca bene, e nonostante non riesca ad evitare la discesa in Serie B, sarà votato dalla stampa italiana 'secondo miglior straniero del campionato' davanti a Careca, Maradona e Gullit.

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