Junior: "Io, la mia Pescara e il mio Delfino. Vi racconto tutto"
«Pescara come Rio: la mia seconda casa. Allegria e positività: ecco perché torno spesso»
Dopo tre anni di assenza a causa della pandemia, come anticipatovi, Leo Junior è tornato a Pescara. Anzi, è tornato in quella che lui stesso definisce “la seconda casa”. Il legame con la città dura da 35 anni e non viene minimamente scalfito dal trasccorere del tempo: anzi, paradossalmente si rinforza sempre di puù. I tifosi pescaresi continuano a dimostrargli un affetto smisurato, d'altro canto Leo è ritenuto - a ragione - il più forte giocatore all time del Delfino. Junior si è goduto le vacanze pescarese al mare del lido Il Corallo, sulla riviera sud, prima di partire per Bologna con la visita all’amico Gigi Ciarlantini e Torino. Il rientro in Brasile? Tra una settimana esatta, il 29 giugno, giorno in cui compirà 68 anni. Il campione brasiliano ha rilasciato una bella intervista a Il Centro, che vi riproponiamo nei suoi tratti salienti. Buona lettura!
Junior, il suo arrivo a Pescara nel 1987?
«È stata una sfida con me stesso. Venivo da Torino, una grande città e un club prestigioso, ma quando sono arrivato a Pescara è stato amore a prima vista. Ho trovato un allenatore, Giovanni Galeone, che mi ha dato grande fiducia e tanti compagni straordinari con cui sono ancora in contatto».
Perché si è subito innamorato di Pescara?
«Sono rimasto per due stagioni, però è come se avessi giocato qui tanti anni. C’era un entusiasmo contagioso, erano anni d’oro per la Pescara sportiva. E se nell’ambiente esterno c’è positività, per un calciatore è più semplice esprimersi al meglio in campo. Ho conosciuto tante belle persone, i pescaresi hanno la stessa gioia e voglia di vivere dei brasiliani di Rio de Janeiro, per questo motivo mi sono trovato subito a mio agio».
Rispetto a 35 anni fa, come è cambiata Pescara?
«Il mondo è cambiato. Ovviamente, anche Pescara è una città diversa, ma resta un posto accogliente. I pescaresi hanno conservato l’allegria di un tempo e a me basta questo per tornarci volentieri. E poi si mangia ancora benissimo, sono sempre stato goloso di pesce, in particolare dei crudi».
Serie A 1987-88, prima giornata e partenza con il botto. Allo stadio Meazza di Milano il Pescara batte 2-0 l’Inter.
«Una grande emozione, ma non l’unica. Ci sono tanti ricordi bellissimi che resteranno nella storia della società e nel cuore dei tifosi. Oltre al successo con l’Inter, ricordo la vittoria (2-0, reti di Pagano e dello stesso Junior, ndc) contro la Juventus all’Adriatico e all’Olimpico con la Roma. Abbiamo scritto belle pagine, ma la soddisfazione maggiore è quella di aver giocato quasi sempre alla pari contro le big del campionato. Abbiamo espresso un calcio piacevole, ci siamo divertiti e abbiamo fatto divertire i tifosi».
A quei tempi in città c’era un’atmosfera magica.
«Proprio così, Pescara era in estasi, si respirava un clima di forte eccitazione. Si stava da Dio, dentro e fuori dal campo c’era grande sintonia. Il nostro punto di riferimento era Eriberto, lo storico stabilimento balneare dove si organizzavano feste e banchetti. I miei connazionali Falcao (ex fuoriclasse della Roma), Zico (Udinese), Alemao e Careca (Napoli) sono venuti varie volte, anche Maradona venne in un paio di circostanze. Serate indimenticabili…».
Al termine della stagione ’87-88 la separazione e la decisione di tornare in Brasile.
«Ogni tanto mi capita di ripensare a quella annata. Avevamo le carte in regola per conquistare un’altra salvezza. All’inizio del girone di ritorno, grazie al successo in trasferta contro la Roma, nel match deciso dalla splendida tripletta di Milton Tita, eravamo a ridosso della zona Uefa. Poi, le ripetute assenze per infortunio di Tita ci tolsero un’arma micidiale in fase offensiva. Ricordo che da quella partita all’Olimpico in più non riuscimmo più a vincere. Peccato, avremmo potuto scrivere un’altra bella pagina di storia».
Passiamo all’attualità. Il Pescara è precipitato in C.
«Dall’esterno non mi permetto di giudicare, spero solo che torni in categorie più consone al prestigio del club».
Tempo fa la società ha stretto una partnership con i brasiliani dell’Operario Ferroviario che milita in Serie B.
«È una buonissima iniziativa e mi auguro porti risultati importanti. L’Operario è una bella società, in campionato è settimo in classifica, dalla B alla A salgono le prime quattro. In Brasile ci sono tanti calciatori forti e in futuro spero di vederne qualcuno con la maglia del Pescara».
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