Prima squadra

Grassadonia chiede orgoglio e dignità

Arrivano dal trainer le scuse, ma non dalla presidenza

03.05.2021 08:01

A fine partita ci hanno messo la faccia l'allenatore e il direttore sportivo. Dalla presidenza ancora silenzio. Il tecnico si è assunto la responsabilità del deludentissimo (eufemismo) rush finale - che ha proposto i ko con Ascoli e Cosenza, letali, e il pari interno con l'Entella - ma è chiaro che deriva dalle precedenti gestioni tecniche il fardello pesantissimo. Il d.s. Bocchetti si è preso il 90% delle colpe per la stagione, ma è chiaro che la realtà è diversa. Le colpe sono tutte della presidenza. Da due anni ogni scelta è stata fallimentare. Ma ci sarà tempo e modo di parlarne ed approfondire. Ora ci sono altre 3 partite da giocare, inutili ai fini dell'obiettivo finale e utili solo per annali e almanacchi ormai.

Anche il Gianluca Grassadonia, l'ultimo ad arrendersi, ha inevitabilmente gettato la spugna dopo aver preso atto della realtà. Il ko del San Vito - Marulla è davvero la pietra tombale su ogni speranza per il Pescara. Adesso si dovrà solo cercare di chiudere con almeno un po' di onore il campionato. “E' giusto che io ci metta la faccia, è giusto chiedere scusa alla città, alla tifoseria e alla proprietà”, le prime parole di un Grassadonia delusissimo. “I processi è normale che ci siano, è giusto che io mi presenti a fine gara, anche forse contro il parere della società, perchè sono il primo responsabile. Ho cercato subito a fine partita l'addetto stampa per andare in conferenza a chiedere scusa. Non voglio nemmeno commentare gli eventuali alibi che abbiamo avuto, non sarebbe giusto, in questo momento bisogna fare solo silenzio e giocare le partite che restano con grande dignità. Sono in primis deluso da me stesso perché è normale che quando non si riesce a mettere in campo il carattere giusto vuol dire che l’allenatore non riesce a trasferire la cattiveria agonistica che dovrebbe esserci. Siamo stati troppo fragili, troppo molli. Dispiace aver buttato via, soprattutto nelle ultime due gare, quello che questa squadra a fatica aveva conquistato. E’ giusto che ci siano i processi ma il primo responsabile sono io”. Si assume più colpe di quelle che ha, Grassadonia. 

“Ci metto la faccia, poi sarete voi giornalisti e la proprietà ad analizzare, però in questo momento di immensa, terribile tristezza è normale prendere coscienza che non siamo riusciti a centrare l’obiettivo che era alla nostra portata. Adesso l’unica cosa che mi viene in mente è di finire con dignità il campionato”. E farlo dunque in maniera decorosa. I discorsi tecnici passano in secondo piano per una squadra che nella partita da ultima spiaggia incassa due gol nei primi 8 minuti di gioco: “Abbiamo subito un uno-due terribile ad inizio primo tempo, nella ripresa siamo riusciti almeno a non perdere la faccia ma dovevamo fare qualcosa di più, è ovvio”. In un'annata disgraziata, porta la sua firma la mini striscia di risultati positivi migliore, interrotta proprio a Cosenza: 1 vittoria e 3 pareggi di fila. Ma ha ereditato una situazione sin troppo compromessa dalle precedenti gestioni tecniche per poter incidere di più. “I limiti che abbiamo sono stati innanzitutto caratteriali, dobbiamo sempre subire uno schiaffo per poi iniziare a fare le cose con convinzione, scioltezza e leggerezza. Ora bisogna solo stare in silenzio e giocare con dignità”, chiude.

Commenti

Acqua&Sapone ai playoff tra problemi e speranze
Pedullà su Sebastiani e il Pescara: "Quando scherzi con il fuoco, ti bruci"