Tributo a Giovanni Galeone, il Maestro del calcio libero e audace
Da DerbyDerbyDerby il ricordo di chi ha conosciuto un tecnico visionario che ha insegnato a sognare
“Ci sono persone che non si limitano a vivere il calcio: lo cambiano, lo colorano, lo rendono eterno. Giovanni Galeone era uno di loro. Oggi, mentre il pallone continua a rotolare sui campi d’Italia, sembra quasi di vederlo ancora lì, con il suo sguardo curioso, una sigaretta tra le dita e quel sorriso ironico di chi sapeva di essere avanti. Il calcio, per lui, non era solo un mestiere. Era un modo di guardare la vita: con coraggio, fantasia e una buona dose di sana follia”. Così DerbyDerbyDerby ha introdotto un interessante articolo omaggio con video (qui) sul Profeta biancazzurro. “Galeone non è stato soltanto un allenatore. È stato un artista del gioco, un poeta del pallone in un’epoca che spesso dimenticava la bellezza. A Pescara ha costruito un sogno, più che una squadra. Era la fine degli anni Ottanta e quel gruppo leggero, spavaldo e libero fece innamorare un’intera città. Il suo “calcio champagne”, come lo chiamavano, non era solo spettacolo: era una filosofia, un manifesto di libertà dentro un rettangolo verde”.
Le parole di chi lo ha conosciuto
“Giovanni Galeone è stato un mito, non solo per i pescaresi. Io non ho avuto la fortuna di essere allenato da lui, ma ho giocato a Pescara per due anni e, in quel periodo, si parlava solo ed esclusivamente di Giovanni Galeone. È una perdita importante per il calcio italiano e non solo. Gli porgo le mie condoglianze: sicuramente è un personaggio che mancherà al calcio. Ora appartiene alla storia.” — Pasquale Luiso.
"Ho avuto il mister Galeone nel mio primo anno a Udine; il secondo era Allegri. Il ricordo che ho di lui, pur non avendo giocato molto, è quello di una persona vera, un personaggio d’altri tempi. Un grande conoscitore di calcio, soprattutto del bel calcio, e uno che ti diceva sempre le cose come stavano, senza mezze misure, sia nel bene che nel male, anche se quel “male” era sempre costruttivo. È stato un personaggio importante per il calcio italiano. Mando un grande abbraccio a lui, che ora è in cielo, ai suoi cari e a tutti coloro che hanno avuto la fortuna di stargli vicino. Ciao mister, sicuramente lassù starai parlando di calcio con altri grandi come te. Ti mando un abbraccio grande e sono davvero onorato di aver condiviso con te sei mesi nella mia prima esperienza a Udine. Grazie di tutto". — Gaetano D'Agostino.
"Sono sempre molto restio a fare video per queste occasioni, ma con il Mister ho avuto un rapporto davvero speciale. Anche se mi ha allenato solo per pochi mesi, tra noi è nata una bellissima amicizia che è durata per tutto il resto della sua vita". — Giuseppe Taglialatela.
Ho avuto la “sfortuna” di avere il mister verso la fine della sua carriera, perché da subito avevo capito che era un esteta del calcio, uno a cui piaceva giocare bene! C’è un aneddoto che mi è rimasto particolarmente impresso e che spiega bene la sua mentalità: giochiamo a Udine contro l’Inter di Mancini, nel periodo post-Moggiopoli. Loro erano primi in classifica e molto forti. Durante la settimana, il mister ci dice che avremmo giocato con quattro punte. Era una vera partita “Davide contro Golia”. La gara finisce 0-0. A fine partita un giornalista gli chiede: «Mister, molto bene le quattro punte, quindi le rivedremo domenica prossima?» E lui risponde: «No, contro l’Inter si poteva giocare a quattro punte, domenica prossima no!» Ecco, in quella battuta c’è tutto Giovanni Galeone. E poi si percepiva anche quel bel legame con mister Allegri, che lo stimava tantissimo" - Andrea Dossena.

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