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Legrottaglie: "A Pescara, purtroppo, i problemi non ci sono solo quest’anno...."

ESCLUSIVA PSB: "Bisogna risolverli per cambiare le cose, spesso la buona volontà non basta”

25.02.2021 15:18

E' tornato a parlare Nicola Legrottaglie, anche del Pescara. Ed ha detto cose parecchio interessanti nell'esclusica rilasciata a Pianeta Serie B. Vediamo le principali dichiarazioni rilasciate al portale:

Io penso che momentaneamente tutte le squadre coinvolte nella corsa alla salvezza sono a rischio. Quando entri in quel calderone lì, anche mentalmente, tutto si complica. Se non fai 4-5 risultati utili consecutivi non ne esci. Personalmente non penso ci siano squadre materasso. Squadre come Entella, Pescara, Ascoli, Cosenza non stanno bene, ma anche squadre di metà classifica potrebbero imbrigliarsi nella zona play out. Il Pescara, nonostante la buona squadra, si trova in una situazione critica in classifica, dispiace vederli lì perché potrebbero far meglio.

Il Pescara, appunto, ambiente che lei conosce molto bene. Che cosa non sta funzionando? Anche lì questo continuo cambio di allenatori non può che destabilizzare un ambiente già non molto stabile di per sé. Quante responsabilità ha la dirigenza in questo percorso fin qui al di sotto di ogni aspettativa?

Tutti hanno una parte di responsabilità quando le cose non funzionano. In primis le responsabilità sono di chi prende le scelte, questo è fuori discussione, ma anche chi lavora per il bene di quelle decisioni ha responsabilità. Spesso i giocatori non mettono la squadra al primo posto, purtroppo oggi chi ha paura di rischiare e di fare scelte impopolari, pensando solo ai beni materiali, non fa il bene del gruppo. A Pescara, purtroppo, i problemi non ci sono solo quest’anno, ma già da un po’ regna questa situazione. Purtroppo quando c’è qualcosa che non va, e non riesci a risolverla, continuerai a portartela dietro per sempre. Io ho visto in prima persona, essendo stato lì, la voglia di rimettere in ordine le cose. Il presidente, che nutre grande amore per questo club, ci ha provato e continua a provarci, ma spesso le scelte prese non si sono rivelate giuste. Saprà sicuramente lui, essendo una persona esperta, come uscire da questa situazione. A me dispiace molto vederli in basso in classifica.

Pensa che il nuovo tecnico Grassadonia possa guidare alla svolta tanto attesa? Quale ruolo potrà giocare la prossima gara di campionato che li vedrà impegnati contro il rivitalizzato Lecce?

Grassadonia è un ragazzo che conosco molto bene, con il quale ho anche giocato insieme. E’ un ragazzo con valori importanti, una persona per bene, con idee chiare. Può riportare serenità nell’ambiente con l’aiuto soprattutto di quei giocatori che hanno a cuore quella maglia. Spero con tutto me stesso che possa far bene, sia per lui che per la squadra. Ci vorrà senz’altro tempo e pazienza. Dalla gara contro il Lecce mi aspetto una partita dura, intensa. Il Lecce, essendo in ripresa, andrà a Pescara con la voglia di vincere. Ma il Pescara proverà senz’altro a portare a casa la partita. Mi aspetto un Lecce che metterà in campo tutta la sua tecnica, la sua bravura, la sua voglia di far gioco e di tenere la palla ed un Pescara che proverà a difendersi e a ripartire in contropiede. Il Lecce è la squadra favorita, ma il delfino può ripartire da un ipotetico risultato utile.

Tornando invece sul personale, le chiedo: nel suo futuro prossimo quali sono le sue ambizioni e quale pensa che possa essere il suo punto di ripartenza?

Questo è un grande punto di domanda anche per me. Il calcio ci ha abituato a situazioni imprevedibili, dunque è difficile fare previsioni. Io sono pronto a tornare in campo, sono pronto ad ascoltare qualunque tipo di proposta. Qualora ci fosse un progetto serio prenderei in considerazione diverse ipotesi, anche dall’estero, dove magari mi potrei confrontare con una cultura nuova. Penso che la Serie B, però, possa fare maggiormente al caso mio.

Professionalmente parlando, dove sogna di arrivare?

Mi piacerebbe costruire un team serio, organizzato, in costante crescita. Indipendentemente dalla categoria. Vorrei costruire qualcosa di serio. La Serie A però, per una persona ambiziosa come me, non può che essere il sogno massimo.. Quanto mi manca allenare? Mi manca, mi manca nella misura in cui mi piace questo lavoro, questo mondo. Mi manca tanto. Purtroppo quello dell’allenatore è un mestiere complicato, perché capita che lavori per un certo periodo di tempo e poi le circostanze ti portano a star fermo. E’ un po’ come tarpare le ali. Purtroppo il calcio italiano è saturo. Saturo di gente, di professionisti, c’è poca possibilità di avere un percorso di crescita costante. Le opportunità sono sempre meno e le figure che ambiscono a determinati ruoli sempre più. Bisognerebbe, però, badare maggiormente alla qualità, dettata dal binomio tecnico-tattico, che alla quantità. Ultimamente le scelte sono dettate principalmente da motivi economici e ciò non può far bene al calcio"

 

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