Prima squadra

L'inizio della risalita

con Gorgone il vento sembra cambiato davvero...

22.12.2025 08:04

Tabù sfatato e digiuno interrotto per regalarsi un Natale un po' più sereno e, soprattutto, di speranza. Il Pescara che è tornato alla vittoria, la seconda dell'anno e la prima della gestione Gorgonea a tre mesi dall'illusorio 4-0 rifilato all'Empoli, può adesso guardare al domani con più fiducia, ma senza ovviamente rilassarsi perchè già incombe la partita che non si può assolutamente fallire: il lunch match del 27 in casa dello Spezia. Dopo una domenica di riposo, la truppa già oggi torna a lavorare per prepararsi ad un appuntamento che vale tantissimo, ben più dei canonici tre punti che la partita assegna. E lo fa con il morale molto alto, tanta autostima in più e la consapevolezza che la squadra non solo è viva ma che nelle 5 partite con la nuova gestione tecnica ha davvero cambiato volto. Spezia-Pescara vale il possibile sorpasso in classifica e il definitivo cambio di inerzia di una stagione nata male e proseguita peggio fino alla scintilla che, forse, accende una luce davvero nuova sul futuro biancazzurro. In un mese, dall'esonero di Vincenzo Vivarini, è cambiato tanto, forse tutto. Prima, in 12 partite, la truppa aveva racimolato 8 punti, dando sempre l'impressione di una fragilità disarmante e sembrando una certa condannata alla retrocessione. Con il nuovo allenatore, invece, in 5 uscite sono arrivati 5 punti, che però potevano essere molti di più se gli episodi avessero girato a favore di un Pescara ora volitivo, grintoso e propositivo. Mister Giorgio Gorgone lo ha sottolineato a chiare lettere dopo il successo contro una Reggiana fortemente rimaneggiata ma comunque ostica da affrontare, perchè dedita a una partita tutta di contenimento e ripartenze. E prima della gara che ha portato in dote 3 punti preziosissimi, che hanno accorciato il gap in classifica dalle altre contendenti all'obiettivo salvezza e rilanciato le aspirazioni dannunziane, lo stesso Gorgone aveva parlato di “situazione non disperata” e “squadra che non morirà”, in barba a detrattori, disfattisti e tutti coloro che già recitavano il de profundis per un Delfino che oggettivamente aveva dato segnali di vita ma che, paradossalmente, proprio perchè aveva offerto buone prestazioni senza portarsi quasi nulla a casa sembrava essersi incanalato nel classico buco nero, nel quale è facilissimo entrare ma dal quale è difficilissimo uscire. I limiti della squadra restano tutti e a gennaio si dovrà intervenire presto e bene per cancellarli, ma ad oggi la sensazione è che in estate si sia sbagliato ad affidarsi ad un allenatore come Vivarini, fautore di un determinato tipo di calcio, per guidare una neopromossa che deve mantenere la categoria, Con Gorgone in panchina la musica è cambiata. La squadra adesso mostra carattere e personalità, gioca verticale ed è aggressiva oltre che intensa ma sarebbe sbagliato, prima che riduttivo, circoscrivere i meriti dell'allenatore al piano motivazionale. C'è tanto di tecnico e tattico nella trasformazione del Pescara, che non ha ancora fatto nulla ma che si è conquistato una meritata boccata d'ossigeno dopo mesi vissuti in apnea. Intanto Gorgone ha intrapreso una via chiara, cucendo un 3-5-2 con due punte di ruolo e un interno di qualità, ha cambiato lato ai due braccetti di difesa (Gravillon in netta e prepotente crescita) e impostato interessantissime alchimie sul lato destro con Olzer e Corazza. Con il recupero degli infortunati e, si spera, con un mercato all'altezza della situazione, questa squadra può lottare fino alla fine, perchè lo spirito è finalmente quello giusto. Ci saranno di certo altri momenti bui, ma l'orizzonte oggi è meno nero di quello di ieri. 

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