Prima squadra

Pavone presenta Grassadonia a PS24: “Pescara, fidati di lui e…”

"Da tecnico ha subito l'influenza di Zeman. Ma cura equilibrio e fase difensiva"

16.02.2021 00:24

A CURA DI MATTEO SBORGIA - Cultura del lavoro, serietà, equilibrio, propositività. Questi sono i tratti salienti del background di Gianluca Grassadonia, chiamato da Sebastiani a risollevare le sorti del Pescara. “La situazione non è così disastrosa. Basta inanellare due o tre vittorie” Pensieri e parole di Peppino Pavone.

L’ex direttore sportivo del sodalizio dannunziano, ora plenipotenziario della Juve Stabia, ha avuto l’ex allenatore di Paganese, Pro Vercelli, Foggia, alle sue dipendenze da calciatore nell’indimenticabile Zemanlandia vissuta proprio nella città pugliese. L’inossidabile scopritore di talenti nel giorno, ieri nel giorno del suo settantunesimo compleanno, ha tracciato in ESCLUSIVA per Pescarasport 24, un interessante profilo umano e tecnico dell’ex difensore del Cagliari tra le altre.

Una carriera da giocatore, quella di Grassandonia, iniziata nelle giovanili del Milan. “Da calciatore era un difensore centrale. Non aveva una grande statura – puntualizza Pavone - ma sopperiva con tecnica e velocità. Sapeva impostare da dietro come si usa adesso” Ottimo difensore, molto promettente che io presi dal Milan quando aveva diciannove, vent’ anni” Oltre alla componente calcistica e professionale, ce n’è un’altra umana altrettanto importante che viaggia di pari passo: “Ottima persona, ottimo ragazzo. E’ sempre stato – dichiara sicuro - molto serio ed equilibrato, si vedeva che amava ciò che faceva”

Solitamente molti giocatori dopo la carriera agonistica, scelgono di rimanere nel mondo del calcio. Anche Grassadonia ha adottato tale decisione, avendo avuto un maestro come Zeman. “Da tecnico – sostiene – ha subito l’influenza del boemo per cultura del lavoro e serietà. Tuttavia, essendo stato un difensore, fa dell’ equilibrio e della cura per questo reparto una componente importante. Zeman è sempre stato più offensivo. Le squadre di Gianluca sono sempre state propositive. Non è mai stato un allenatore che ha vissuto sull’errore dell’avversario, ma ha preferito sempre imporre e comandare il gioco. Mi ricordo – continua- che a Pagani fece un ottimo lavoro con un manipolo di giovani, arrivando anche a disputare gli spareggi per la promozione in cadetteria. L’altra sua squadra – prosegue Pavone – che mi fece un’ottima impressione è stata la Pro Vercelli in cui c’era anche il vostro concittadino Carlo Mammarella sul quale puntava molto per cross e calci piazzati. Insomma, anche lì la squadra giocava molto bene. La parentesi di Foggia – conclude – fu costellata da problemi di natura societaria indipendenti dal tecnico, ma nonostante tutto espresse un buon gioco”

Non tutti i giocatori bravi, diventano altrettanto bravi anche da allenatori: “Si capiva da subito – rivela Pavone– che sarebbe diventato un buon tecnico: molto meticoloso, attento, un grande studioso. Gran brava persona, ragazzo con la testa a posto". In momenti difficili com’è d’altronde questo servono coraggio e compattezza. “Lui ha coraggio – sottolinea l’esperto direttore sportivo – d’altronde per accettare Pescara in questo momento, ci vuole. Poi, parliamoci chiaro: il Pescara non si rifiuta mai. In momenti del genere c’è bisogno di compattezza e lui non essendo un integralista, è aperto al dialogo e al confronto con tutti. Del resto la scelta della società di affiancargli uno staff così nutrito, composto da gente esperta come Sansovini, Campagnaro e Gessa, va interpretata in questo senso” 

Esperienza, attaccamento alla maglia, concretezza possono giocare un ruolo determinante. “Oggi il calcio – osserva- non si fa più da soli. E’ prettamente un lavoro di squadra. Questo è il momento di avere coraggio. Anche se la situazione per me non è così disastrosa: basta inanellare due o tre vittorie e tutto cambia. Io mi ricordo con Oddo, all’epoca, facemmo nove sconfitte, poi appena vincemmo una partita riprendemmo il cammino e andammo in A. Certo, i risultati bisogna farli. Credo che con tutti gli elementi messi a disposizione dal presidente, il Pescara possa salvarsi. Me lo auguro per lui e per tutti. Auguro ogni bene ai biancazzurri – conclude Pavone con un filo di commozione - anche perché conservo un ottimo ricordo della città in tutte le sue componenti”

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