Prima squadra

Un patrimonio ritrovato e da non disperdere

Un pubblico così non lo si vedeva da 6 anni

09.06.2023 09:45

Quando ripartirà la stagione probabilmente non si avranno solo 960 abbonati e i soliti 2mila (o poco più) fedelissimi a soffrire e gioire sugli spalti. Il numero sarà probabilmente più alto, anche se non minimamente paragonabile a quello fatto registrare ieri nella semifinale di ritorno contro il Foggia. Ma è proprio da questo patrimonio di pubblico ritrovato che si dovrà ripartire per risalire la china e lasciare l'inferno della Serie C. La vera vittoria è stata vedere lo stadio Adriatico vestito a festa come ai vecchi tempi, dopo un'attesa spasmodica che ha portato il popolo biancazzurro a polverizzare oltre 17mila biglietti solo nel primo giorno di vendita e a far registrare il tutto esaurito nelle prime ore della mattina seguente. Ampiamente superato il record stagionale stabilito il 27 novembre contro il Catanzaro (12.996 spettatori, compresi i 1.500 provenienti dalla Calabria) ed enormemente migliorati i numeri avuti nei primi due turni della fase nazionale degli spareggi promozione, comunque i migliori della categoria (9.925 spettatori contro la Virtus Verona e 12.258 contro l'Entella), il dato di ieri sera è stato superiore anche a quello della semifinale playoff di serie B del 26 maggio 2019 con Bepi Pillon in panchina contro l'Hellas Verona (11.165) ed è paragonabile solo alla finale playoff di andata nel campionato cadetto contro il Trapani del 5 giugno 2016 (20.014) e alle successive sfide contro le big di serie A, quando ci furono 20.088 presenze contro l'Inter in data 11 settembre 2016, 19.938 contro la Juventus di Allegri il 15 aprile 2017 e 19.808 contro il Milan il 4 aprile dello stesso anno. A proposito delle finali contro i siciliani: oggi ricorre una data importante per i tifosi biancazzurri, il settimo anniversario dell'ultima promozione in serie A, quella ottenuta con Massimo Oddo in panchina. Era il 9 giugno 2016 quando il pari per 1-1 del Provinciale di Trapani, che seguì il 2-0 interno rifilato alla squadra guidata all'epoca dall'ex Serse Cosmi, certificò il salto di categoria di Lapadula e compagni. Anche allora si trattava dell'ultimo atto dei playoff con il Pescara che giocò la seconda partita in trasferta come avrebbe potuto fare in questa stagione in caso di qualificazione. Ma stavolta non è stato un segno del destino benevolo, bensì ma di segno opposto perchè ricorda quanto accaduto un anno prima col Bologna. Finale playoff di B, anche allora con Oddo trainer da poco subentrato a Baroni in casa Pescara, e seconda partita fuori casa (ma per il piazzamento in regular season, come accadde l'anno dopo, e non per sorteggio come stavolta) con avversaria una squadra allenata da Delio Rossi. E anche allora un doppio pareggio e una beffa finale con la traversa centrata da Melchiorri in pieno recupero a negare la serie A al Delfino e a regalare la promozione ai felsinei e a Rossi. Non ci furono i rigori quella volta, ma la delusione fu comunque tremenda. 

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