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"Yellow submarine": il Delfino Rampante racconta...Sestri Levante - Pescara)

Un punto di vista peculiare...

20.09.2023 09:00

I primi studi, seppur teorici, sul sottomarino furono messi a punto da Leonardo da Vinci che, di certo, non ha bisogno di presentazioni. Dalla teoria alla pratica, però, il percorso è stato lungo e tortuoso. Olanda e Inghilterra si giocano il primato del primo viaggio di questo mezzo rivoluzionario tra il 1600 e il 1700.

Quel che è certo è che uno dei più famosi ha le sue origini proprio nella Terra di Albione. E non è propriamente metallico. Assomiglia di più a uno spartito. Una melodia capace di catturare e far sognare ancora oggi. Il suo colore è giallo, racconta la vita e naviga metaforicamente verso il sole. I suoi narratori sono stati quattro. Di Liverpool. E si facevano chiamare in modo tale da ricordare gli scarafaggi.

Viviamo tutti in un sottomarino giallo, "in a yellow submarine".

Il sottomarino giallo dei Beatles. Il sottomarino giallo biancazzurro. Ieri in versione total yellow - appunto - nel turno infrasettimanale contro il Sestri Levante a Carrara. E il suo viaggio un po' mitologico, un po' metaforico verso le Alpi Apuane. Verso Carrara. La città dei marmi. Tanto pregiati, quanto resistenti. La città dei marmi come il nome che porta il suo stadio. Come la prestazione di Alessandro Plizzari che, dopo i miracoli di domenica scorsa, si è ripetuto anche ieri contro i rossoblu di casa. La città dei marmi come il tap in di testa di De Marco sul rigore fallito da Cuppone per il provvisorio 0-1. Antonino, che poi si è ripetuto sul perfetto assist di Merola per il definitivo 1-2 grazie a un colpo da biliardo preciso e prelibato. Prelibato come le pietanze del suo omonimo cuoco famoso anche al di là delle Alpi.

La rivoluzione boema continua.  Eccome se continua. Turn over compreso. Ben 7 su 11 i cambi di Zeman rispetto alla gara interna di appena tre giorni fa. Ma la musica, quella no, non cambia tanto nel bene quanto nel male.

E come Juve e Arezzo anche contro il Sestri Levante il decimo minuto diventa sempre fondamentale. Decisivo. Carico di simbologia. Magico. Perfetto. Dieci come il Tetraktys pitagorico: la somma di 1, 2, 3 e 4.
Dieci come i punti che ha ottenuto il Pescara nelle prime quattro uscite stagionali, conquistati anche grazie alle reti realizzate dal Delfino a cavallo del decimo minuto contro piemontesi, toscani e liguri.

Esattamente il 19 settembre di 42 anni fa, correva il 1981, Simon & Gurfankel si esibirono in un concerto gratuito in un Central Park zeppo come un uovo a New York. Cantarono di una certa signora Robinson. Di un ponte su acque agitate. Ma soprattutto cantarono il suono del silenzio. The sound of silence.

Un suono magico per tornare al Tetraktys di Pitagora. Un suono bello nel caso del Pescara. Un ossimoro capace di narrare le vicende biancazzurre. Quel silenzio assordante. Dolce, allegro e rilassante che si avverte dopo ogni impresa. L'impresa di essere imbattuti dopo quattro gare. L'impresa di guardare temporaneamente (in attesa delle ultime partite) tutti dall'alto verso il basso passati i primi 360 minuti - più recuperi vari - di campionato.

Adesso il riposo. Meritato. Per certi versi forzato vista l'indisponibilità dello stadio Adriatico. Il viaggio del nostro sottomarino un po' giallo - molto biancazzurro - si ferma per un po' e ripartirà più o meno a fine mese.

Torniamo in porto. Per ascoltare i suoni del silenzio. Per riprendere testa, fiato e gambe in vista di un mese di ottobre ricco e inzeppato di impegni. Un ottobre che potrebbe dire tanto sul futuro a medio e lungo termine del Pescara.

Intanto, avanti a tutto vapore, signor Nostromo, avanti a tutto vapore: we all live in a yellow submarine!

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