Prima squadra

Cosa resta dell'immeritato ko con il Modena?

L'analisi

30.09.2025 08:11

Non c'è tempo per rimuginare, oggi è già vigilia. Il Pescara che mastica amaro e che si lecca ancora le ferite dopo l'immeritata sconfitta di Modena ha già la testa a domani sera, quando all'Adriatico riceverà il Sudtirol per il primo di 5 scontri diretti che animeranno l'ottobre biancazzurro e che saranno interrotti solo dalla pausa del campionato dopo il secondo, in programma domenica in casa della Sampdoria. Al Braglia, stadio tradizionalmente ostico per il Delfino e che evidentemente non porta fortuna ai fischietti incaricati di dirigere il match (ricordate le polemiche dopo il ko del settembre 2011 nell'anno della Zemanlandia biancazzurra?), la banda Vivarini ha raccolto certamente meno di quanto seminato. Un pizzico di sfortuna e le decisioni Var negli episodi chiave hanno certamente penalizzato una squadra che non ha affatto sfigurato contro la nuova capolista del torneo cadetto (il Modena non era in vetta da solo dal 2002), ma l'andamento della partita ha confermato che la strada intrapresa è quella giusta e che il Pescara, ancora un cantiere aperto come confermato dallo stesso Vivarini in sede di presentazione del match, può dare del filo da torcere a tutti. Ma ha anche certificato che ci sono ampi margini di miglioramento ancora da perseguire, nei singoli e nel collettivo. Ma al netto del ko cosa resta in casa Delfino? Innanzitutto la certezza che ci sono alcuni elementi imprescindibili. Il primo è senza dubbio Giacomo Olzer. Lui e Dagasso sono ora gli uomini più importanti in campo e lo saranno anche in futuro, ma fuori, perchè potenziali plusvalenze d'oro per il club. Resta poi la crescita graduale ma senza pause sul piano del gioco, dello spirito e dell'interpretazione della partita. Mister Vivarini ha saputo dare in poche settimane da fine mercato, una grande organizzazione di gioco. Il primo tempo del Braglia rappresenta la fotografia di quel che può essere il Pescara 2025-26: una squadra operaia ma cinica e concreta, che magari non offrirà un calcio esteticamente esaltante ma che sa come cosa fare e come farlo. Dietro si è patito meno del minimo sindacale al cospetto di una squadra costruita per lottare fino alla fine per la A, offuscando le fonti di gioco avversarie senza disdegnare di proporsi in avanti e trovando anche la rete del vantaggio. Ci sono però da eliminare alcune pause, alcune amnesie e alcune ingenuità. Questi aspetti si sono palesati al Braglia con le fattezze di Andrew Gravillon, al suo debutto bis in maglia Pescara. Non giocava quasi da un anno una gara ufficiale, si doveva togliere la ruggine di dosso e lo ha fatto purtroppo nel modo peggiore. Ma il giocatore è di livello e di certo non può essere valutato per la prestazione in terra emiliana. Crescerà di condizione, fisica e mentale, e sarà un valore aggiunto di una difesa che deve trovare ancora certezze, distanze e solidità. Da queste premesse si dovrà ripartire sin da domani, quando mancheranno ancora Tsadjout e Caligara che torneranno a disposizone il 18 per la gara interna con la Carrarese. Ieri seduta di scarico per la truppa, oggi pomeriggio alle 16 è prevista la rifinitura per la sfida agli altoatesini. E non sono escluse sorprese di formazione. Corbo, Merola e Meazzi (ancora una volta positivo il suo impatto) scalpitano e con 3 gare in 8 giorni vanno anche centellinate risorse ed energie. 

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