Rubriche

GLI EX - Dunga, dal biancazzurro alla Coppa del Mondo

Stagione 1992-1993. Arriva all’Adriatico a Novembre, con i biancazzurri ultimi in classifica. E...

10.04.2018 00:06

A CURA DI SIMONE D'ANNIBALE - Torna la rubrica di PS24 dedicata agli ex biancazzurri. Dopo avervi raccontato, nella scorsa rubrica, la storia di Mervan Celik (leggi qui), questa settimana passiamo ad un altro ex biancazzurro. Carlos Caetano Bledorn Verri (Dunga).

Nasce in Brasile a Ijuì (Rio Grande Du Sol)  il 31 Ottobre 1963. Ha origini piemontesi e tedesche rispettivamente da padre e da madre. Inizia la carriera calcistica nel 1980 nell’Internacional di Porto Alegre, dopo aver superato un provino con la stessa squadra brasiliana. Il suo soprannome calcistico deriva dalla traduzione del nome del nano “Cucciolo” (Biancaneve e i sette nani) in portoghese.

Vero leader in campo, centrocampista che concilia quantità e qualità al reparto nevralgico del campo, dotato anche di un buon tiro dalla distanza. Mai domo e sempre alla ricerca della “prestazione perfetta”, Dunga nasce inizialmente come rifinitore, per poi arretrare la sua posizione a centrocampo nel corso della sua carriera. Debutta con l’Internacional nel 1982 e colleziona 10 presenze in 5 stagioni con i biancorossi.

Successivamente viene acquistato dalla Fiorentina, ma viene lasciato in patria per maturare. Prestiti a Corinthians, Santos e Vasco Da Gama per 3 anni con 45 presenze totali e 3 goal (uno a stagione). Sbarca in Italia e la società viola lo cede in prestito al Pisa e, con la squadra dell’allora presidente Romeo Anconetani, riesce ad ottenere una sospirata salvezza nella massima Serie contribuendo con 2 goal in 23 presenze.

L’anno seguente inizia la sua carriera con la Fiorentina. Probabilmente quelli in maglia viola sono i migliori anni di tutta la carriera. Circa 130 presenze in Serie A ed 8 reti messe a segno. L’ultima stagione in maglia viola è però piuttosto tribolata. Dopo la cessione di Baggio alla Juventus, Dunga diviene l’uomo leader della Fiorentina ma, a seguito di prestazioni deludenti, viene sostituito da Laudrup (campione d’Europa con la Danimarca), stranamente acquistato in concomitanza con l’inizio del suo periodo di crisi.

A seguito di screzi con parte del pubblico del “Franchi”, viene ceduto al Pescara di Galeone. Stagione 1992-1993. Arriva all’Adriatico a Novembre, con i biancazzurri ultimi in classifica. Nonostante gli acquisti dello stesso Dunga, e dei vari Mendy, Sivebaek, Sliskovic e Borgonovo, il Delfino chiude il campionato con la miseria di 17 punti in 34 partite e con l’ultimo posto in classifica. Dunga incanta il pubblico Pescarese con le sue giocate ma è troppo solo in una squadra tecnicamente non all’altezza della massima Serie. Le uniche soddisfazioni del Pescara in quella difficile stagione, sono la vittoria all’Olimpico con la Roma (0-1) e la vittoria roboante per 5-1 sulla Juventus di Baggio, Vialli, Pagliuca e Ravanelli. Con la maglia biancazzurra il “Cucciolo” brasiliano colleziona 23 presenze e 3 goal (l’1-0 con l’Atalanta, il primo goal con l’Ancona nel 4-3 finale e il goal del 2-2 con l’Udinese tra le mura amiche). È ancora oggi l’unico giocatore del Pescara ad aver vinto un Mondiale.

A fine stagione si trasferisce allo Stoccarda (due stagioni con 53 presenze e 7 goal in Bundesliga). Poi vola in Giappone nello Jubilo Iwata dove resta per 4 stagioni mettendo a segno ben 16 goal in 99 presenze in campionato. Chiude la carriera da calciatore nell’Internacional, squadra di cui è anche tifoso, con 16 presenze ed 1 goal.

Con la Seleçao vince due Copa America (1989 e 1997) e una Coppa del Mondo nel 1994 eliminando anche l’Italia ai rigori (con il famoso errore di Baggio). Dunga realizza il 4° rigore. Le presenze in maglia verde-oro sono 111, condite da 10 goal.

La carriera da allenatore lo vede allenare dapprima la Nazionale Brasiliana, dal 2006 al 2010, con cui vince una Confederation Cup e una Copa America, poi l’Internacional tra il 2012 e il 2013, con cui vince il Campionato Brasiliano, ed infine ancora il Brasile tra il 2014 e il 2016, dopo la batosta al Mondiale 2014 con la Germania (1-7). Durante la seconda avventura alla guida del Brasile, disputa una Copa America e viene eliminato nella fase a gironi.

Ora è in attesa di una nuova chiamata per proseguire la sua carriera da allenatore.
A nome della redazione di PS24 in bocca al lupo grande “Cucciolo”!

Commenti

Futuro Pillon entro 10 giorni
A Palermo il debutto di Pillon: info biglietti