
Alla scoperta di Kevin Yamga
«Devo crescere in fretta. Questa città mi piace molto, sono in un posto bellissimo»
Movenze feline per uno dei nuovi acquisti del Pescara, Kevin Yamga: è lui la nuova "Pantera Nera" del Delfino. Zeman lo ha lanciato nella mischia subito, a Frosinone, e lui si è ben disimpegnato nonostante la disfatta della squadra. Assistito da Donato Di Campli, resterà a Pescara anche nella prossima stagione. Il piccolo George Finidi (ricordate l'ala dell'Ajax Anni Novanta?) vuole imporsi in biancazzurro. Ed ha gli occhi del Chievo addosso (gli scaligeri hanno la proprietà del suo cartellino).
La scorsa settimana il giocatore si è raccontato in esclusiva a Il Centro. Ecco le principali dichiarazioni rilasciate dal calciatore al quotidiano abruzzese.
LE ORIGINI - Nato a Parigi da genitori camerunensi, ha diploma in management. «Ho sempre puntato sul calcio, ma nella vita non si sa mai cosa può accadere. E se un giorno dovrò fare qualcos’altro il titolo di studio potrà essermi utile. Da quando ero bambino mi attraevano le materie economiche e così ho scelto quella scuola. La famiglia? Spesso andiamo in vacanza in Camerun. Mi piace molto, ci sono belle spiagge e l’atmosfera è sempre calorosa, non solo per le alte temperature (ride, ndr). Però credo di restare a vivere in Europa e lo stesso vale per i miei genitori, o forse loro ci torneranno quando saranno vecchi. Devo molto a mio padre e mia madre: mi hanno insegnato il rispetto, l’educazione, il senso del dovere. Per loro questi valori sono al primo posto. Mi è mai capitato di assistere a episodi di razzismo? No, da quando sono arrivato in Italia non è mai accaduto nulla di grave. Qualche volta durante le partite mi è capitato di sentire qualche rumore un po’ strano, però si trattava di gesti isolati di quattro scemi».«Avevo 14 anni e giocavo in una piccola squadra di Parigi che partecipava a un campionato regionale. Sono stato notato dagli osservatori del Chievo che dopo una partita sono venuti a parlare con i miei genitori per ingaggiarmi. Ho accettato subito perché sin da bambino ho desiderato diventare un calciatore professionista. All’inizio ho sofferto perché non conoscevo nemmeno una parola in italiano. Per fortuna c’era un altro ragazzo francese in squadra e per questo mi sentivo meno solo. Quando ho imparato la lingua le cose sono migliorate e ora posso dire tranquillamente di “essere diventato uomo” in Italia».
IL PESCARA - «Devo dire che il mio inserimento è stato buono. I compagni, l’allenatore e lo staff mi hanno accolto benissimo. Ho giocato già due partite e sono molto contento. Ora devo crescere in fretta per ripagare la fiducia. A Carpi si pensava soprattutto a difendere e nei sei mesi di militanza sono stato penalizzato anche dal modulo. La società è molto ambiziosa ed è chiaro che bisogna fare di tutto per entrare nelle prime otto. Possiamo farcela, anche se la B è un campionato imprevedibile. Il primo impatto con Pescara e i pescaresi? Ottimo. Ho avuto modo di fare alcune passeggiate in centro e sul lungomare sia a Pescara che a Montesilvano e devo dire che sono in un posto bellissimo»
Commenti