
Vivarini e il Delfino, un cerchio che si chiude
Da il Messaggero
FONTE: IL MESSAGGERO
E' un cerchio che si chiude. In passato Vincenzo Vivarini ha indossato la maglia del Pescara e in biancazzurro ha iniziato la carriera da allenatore professionista. Nato ad Ari il 2 gennaio del 1966, da giovane si è trasferito nella città adriatica per giocare nella Primavera del Delfino. Era da poco diventato maggiorenne quando a Pescara ha conosciuto Rossella, la donna che è al suo fianco da oltre 40 anni. Si sono sposati nel 1990 e dal matrimonio sono nate Flavia, ora 31enne, e Ilaria, di 25 anni.
VIVARINI IN CAMPO
Quando militava nella Primavera, veniva spesso aggregato in prima squadra. L’allenatore del Pescara era il compianto Enrico Catuzzi, uno dei pionieri del gioco "a zona” che lo ha subito conquistato. “Mi aprì la mente, quando lo guardavo mi sembrava di stare sulla luna”, disse anni fa il tecnico che gira l’Italia da quasi 40 anni. Da calciatore, dopo Pescara, resta in Abruzzo a va a Celano, poi in Campania (Turris), in Calabria (Cosenza), in Lombardia (Monza), in Emilia Romagna (Baracca Lugo), in Umbria (Gualdo Tadino), nel Lazio (Ferentino e Isola Liri), in Puglia (San Severo) poi di nuovo in Umbria, a Narni, dove conclude carriera da attaccante per tornare a casa e iniziare l’avventura da allenatore.
VIVARINI IN PANCHINA
Parte dai dilettanti, nel 1998 a Ortona, poi Vasto e Francavilla, infine giovanili del Giulianova. Qui incontra Andrea Iaconi, che nel 2004 lo porta al Pescara. Vivarini diventa il collaboratore di Giovanni Simonelli nel 2004-05 e l’anno successivo di Maurizio Sarri. Stringe un legame forte con l’attuale allenatore della Lazio, che a fine stagione firma per l’Arezzo. Invece lui resta e, a dicembre 2006, dopo gli esoneri di Davide Ballardini e Aldo Ammazzalorso la società gli affida la panchina. Vivarini non ha il patentino e lavora in coppia con Gigi De Rosa. La situazione è disperata, ma i biancazzurri hanno uno scatto d’orgoglio e conquistano 13 punti in 6 gare. Solo un’illusione, la squadra accusa un nuovo calo e retrocede in C. A quel punto le strade tra Vivarini e il Pescara si separano, il tecnico ricomincia da Canistro, in Serie D centrando una salvezza miracolosa. L’anno successivo con l’Angolana sfiora la promozione in C2, impresa che gli riesce nella stagione seguente alla guida del Chieti. Nel 2010-11 resta in neroverde (sesto posto), di seguito due anni ad Aprilia, prima del trasferimento al Teramo. In 3 stagioni un terzo posto che vale il passaggio in Lega Pro unica nell’anno della riforma, la promozione in B, poi revocata dalla giustizia sportiva, e un’ottava posizione. Seguono le avventure a Latina, Empoli, Ascoli, Bari (finale play off di C persa con la Reggiana), Entella e Catanzaro (promozione in B a distanza di 17 anni e semifinale play off l’anno scorso). Nell’estate del 2024 lascia la Calabria e firma un biennale con il Frosinone, ma dopo sole 9 giornate viene esonerato. GLI HOBBY Ora la nuova chance nella società che porta nel cuore da quando era un ragazzino e contro cui non ha mai perso. In sei precedenti 2 pareggi e 4 vittorie di Vivarini, bestia nera della squadra che finalmente avrà l’onore di guidare. Estimatore di Sarri, che lo avrebbe voluto con sé al Chelsea nel 2018, cura la tattica in maniera maniacale. Non è un integralista, in carriera ha utilizzato vari moduli adattandosi alle caratteristiche della rosa. Rifiuta i riflettori, non ama apparire, preferisce la concretezza. Lavorando vicino casa potrà coltivare più spesso il suo hobby, le lunghe passeggiate in montagna insieme ai suoi cani (ne ha 7), una passione ereditata dal padre, Pantaleone. L’Abruzzo farà il tifo per lui.
(DA IL MESSAGGERO, articolo di G.Tontodonati dei giorni scorsi)
Commenti