Prima squadra

Un punto di (ri)partenza

Stavolta, forse, il pari non è un brodino per un ammalato....

13.03.2024 00:11

Un pareggio che ha il sapore e l'effetto di un brodino per un ammalato? No, stavolta forse no. Di certo il Pescara non è guarito e la sua convalescenza si prospetta ancora ancora molto lunga ma il punto strappato alla squadra più in forma del torneo vale tantissimo. Non per la classifica, perchè le posizioni migliori nella griglia playoff restano distantissime e non c'è stato scatto in avanti sulle inseguitrici Pontedera e Juventus NG, ma pesa come un macigno per il morale. Il modo nel quale il pari contro la Carrarese è arrivato rappresenta un vero punto di ripartenza, se sarà di svolta lo capiremo presto, già venerdì a Rimini. Ma è innegabile che per la prima volta in stagione la squadra abbia messo in campo amor proprio ed orgoglio in un finale thrilling che ha portato dalle stelle alle stalle, a turno, le due contendenti. E se la Carrarese si morde le mani pur avendo centrato il decimo risultato consecutivo e mantenuto l'imbattibilità della gestione Calabro, il Pescara non può che tirare un sospiro di sollievo per aver gettato il cuore oltre l'ostacolo in una situazione ambientale difficilissima e per aver anche salvato la panchina di mister Giovanni Bucaro, che probabilmente sarebbe saltata in caso di terzo ko in 4 partite. I 90 e oltre minuti dell'Adriatico, proprio per come si sono sviluppati, possono rappresentare la scintilla che da mesi il Pescara stava cercando. Era certamente più facile lasciarsi travolgere dagli eventi che reagire, in una partita sbloccata dagli ospiti dopo nemmeno due giri di lancette in uno stadio semivuoto e in contestazione. La Carrarese ha avuto il grande demerito di non aver dato il colpo di grazia ad una squadra che in caso di sconfitta sarebbe andata alla deriva e che adesso potrebbe incontrare, cliente comunque scomodo, nel post season, e ne ha pagato dazio. Poteva colpire e anche infierire ma non lo ha fatto e dal minuto 87 è iniziata un'altra storia, che ad ogni minuto poteva avere un epilogo diverso. Il rigore di Merola al minuto 87 e la successiva occasionissima sciupata da Accornero potevano regalare al Pescara una remuntada tanto bella quanto incredibile ed insperata, il gol di Finotto ad inizio recupero poteva spedire definitivamente all'inferno i biancazzurri che poi sono invece resuscitati grazie al gol di Pierno in un assalto disperato e spinto più dalla forza dei nervi che non dalla lucidità della ragione. C'è stato poco di tattico nella doppia rimonta di una partita in cui per la prima volta è stato inizialmente mandato in soffitta il 4-3-3 di stampo prettamente zemaniano, affidandosi ad una difesa a 3 e ad un centrocampo più robusto per sostenere 2 sole punte di ruolo. La squadra ha bisogno di lavorare su questo assetto, che però può essere una nuova opzione da sfruttare: in avvio non aveva le distanze giuste tra i reparti, inevitabilmente non c'erano movimenti codificati nelle due fasi e si è fatta una tremenda fatica a creare gioco e trovare spazi, non solo perchè colpita a freddo e quindi in evidente stato psicologico di difficoltà. Con il ritorno delle 3 punte, pur mantenendo 3 difensori, le cose sono migliorate fino a quando, con Dagasso per Pellacani, non si è tornati al modulo di sempre. Ma non per questo è arrivato il pari. Tante, tantissime volte si è parlato in questa stagione di squadra senza cuore, senza personalità e senza carattere - lo aveva detto, più o meno, come pungolo per i suoi ragazzi, lo stesso Bucaro dopo Sassari - ma se il Delfino non è andato a picco lo deve proprio a queste caratteristiche che avevano sempre fatto difetto alla truppa. 


 


 

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