
La strada per trasformare il sogno in realtà
Il post Catania e le prospettive
Capacità di soffrire e coraggio. Ma anche organizzazione, unità di intenti e solidità. Le armi sfoderate dal Pescara a Catania nel primo atto del doppio confronto saranno determinanti anche domani sera per certificare un passaggio del turno che il blitz del Massimino, firmato Davide Merola, ha seriamente ipotecato. Al di là di scaramanzia ed eccessiva prudenza, infatti, la strada verso il secondo turno della Fase Nazionale dei playoff appare adesso in discesa per la banda Baldini, alla quale sarebbe sufficiente addirittura una sconfitta con un solo gol di scarto per eliminare l'avversario. Questo perchè, in qualità di testa di serie, il Delfino staccherebbe il pass per lo step successivo degli spareggi promozione a parità di risultati e differenza reti. Al netto degli oggettivi ed enormi vantaggi, non ultimo il fattore casalingo per il return match, ciò che fa ben sperare in vista della gara di domani alle ore 20, ma anche per le (eventuali) successive tappe, è il contenuto della prestazione offerta nella bolgia del Massimino. Coriaceo, concentrato, pratico ed estremamente concreto, l'undici di mister Silvio Baldini ha saputo contenere nel primo tempo le sfuriate catanesi, a tratti veementi anche se alla fine quasi mai pericolosissime, per poi prendere le misure nella ripresa, grazie agli aggiustamenti tattici apportati dal tecnico all'intervallo, e sfruttare quella che alla resa dei conti è stata l'unica, vera grande occasione confezionata. Per molti versi è sembrato di rivedere (finalmente) il Pescara dell'alba di questa stagione, quello capace di totalizzare 29 punti nelle prime 11 partite disputate e di battere, unica sola squadra a riuscirci, facendolo oltretutto a domicilio, l'Entella poi promossa direttamente in B. Squadra corta e compatta, mai allo sbando o in apnea anche nei momenti di massima pressione etnea, quando si poteva pagare dazio alle maggiori intensità e fisicità degli avversari, e soprattutto lucida nella gestione e dotata di una forte personalità che solo a sprazzi si era vista prima: il capolavoro di Catania, espugnata dopo 44 anni (era il giugno 1981 quando in B il Delfino targato Aldo Agroppi vinse di misura con gol di Massimo Silva), è figlio del collettivo, esaltato da alcune individualità (Merola, Plizzari, i due centrali di difesa) di spicco e perfettamente guidato dal condottiero in panchina. La capacità di lettura delle partite di mister Baldini, uno che i playoff di C li ha già vinti, può risultare determinante per trasformare il sogno in realtà, come la sua gestione delle risorse.
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