Prima squadra

Gianluca Grassadonia story

Calciatore con Zeman, tecnico senza grossi acuti nelle categorie importanti

17.02.2021 00:39

"Ottimo ragazzo, ottima persona, seria ed equilibrata": lo ha presentato così Peppino Pavone a PS24, ma a dire il vero con chiunque parli di Gianluca Grassadonia i concetti sul nuovo tecnico biancazzurro sono più o meno i medesim.

Nato nel 1974 a Salerno, da giocatore si è diviso tra la sua città natale e il Milan prima di incontrare sul suo cammino Zeman in quel di Foggia. Di professione difensore, non è alla Zemanlandia rossonera che lega i momenti più importanti della sua carriera ma al Cagliari. Sei anni, dal 1997 al 2003, per lui in rossoblù con due vicende che sono salite alla ribalta della cronaca. La prima nella stagione 1998-99, quando in un Udinese-Cagliari a seguito di uno scontro di gioco con Locatelli va in arresto cardio-respiratorio. Lo salvano il compagno di squadra Alessio Scarpi e il massaggiatore dei bianconeri grazie alla respirazione bocca a bocca e 3 massaggi cardiaci. La seconda nel 2003, quando gli bruciano la macchina parcheggiata sotto casa come atto intimidatorio e sui muri della città. appaiono brutte scritte contro di lui. C'è poi la vicenda del rapporto con Cellino, che sintetizziamo con quanto scritto da Il Centro nei giorni scorsi. "Celebre il braccio di ferro con Massimo Cellino, presidente dei rossoblù. Nel 2010 si chiude in tribunale con Cellino che, dopo aver ricevuto una lettera di scuse e il pagamento di un congruo indennizzo economico, ritira la querela per diffamazione presentata nel 2006 contro l'ex capitano, reo di aver rilasciato dichiarazioni di fuoco a un'agenzia radiofonica poi riprese da tutti i quotidiani. Intervista nella quale Grassadonia adombra l'ipotesi che il presidente del Cagliari si fosse servito degli ultrà per intimidirlo e convincerlo a lasciare l’isola, avanzando persino il sospetto che fosse il mandante dell'incendio doloso che nel 2003 distrusse la sua auto"

La carriera da calciatore di Grassadonia ha tappe anche con le maglie di Cosenza, Chievo, Venezia, Fidelis Andria, Juve Stabia e Sant'Antonio Abate ma è indissolubilmente legata alla Salernitana, dove inizia con Delio Rossi e dove chiude con 10 presenze nel 2010, al Foggia dei miracoli e al Cagliari. Vanta anche 3 presenze nella Nazionale Under 18 con Picchio De Sisti in panchina.

Da allenatore inizia nella sua Salerno, con Beretti e Primavera per debuttare senza fornuta, come traghettatore, anche in prima squadra ma l'esperienza è durata poco. Riparte dalla Casertana dai dilettanti, ma è con la Paganese che scrive belle pagine di calcio con la vittoria dei playoff di C2, battendo il Chieti in finale al termine di una stagione assai complicata. Si ripete a Messina, poi dpo una nuova esperienza a Pagani ha la chance di allenare in B. Prima la Pro Vercelli e poi il Foggia, pratica un calcio camaleontico e non legato ad un solo assetto, che piace. Ma che non consentirà in entrambe le esperienze di raggiungere l'obiettivo prefissato, anche per tante contingenze esterne soptattutto in Puglia dove ha in organico anche Busellato e Galano. Aveva azzerato gli 8 punti di penalizzazione, ma non è bastato a salvare il Diavolo rossonero che nel frattempo aveva avuto anche l'interregno di Padalino, altro figlio della Zemanlandia che fu.  L'ultima esperienza a Catanzaro, da subentrante, ma viene esonerato il 24 gennaio 2020 dopo le sconfitte in casa con il Monopoli e in trasferta sul campo del Teramo.

Adesso c'è la missione biancazzurra, che si prospetta assai difficile. Ma Grassadonia sembra carico e vuole centrare un grande capolavoro. La speranza è che ci riesca davvero...

 

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