Prima squadra

"Parole, parole, parole in una serata da tregenda"

IL DELFINO RAMPANTE RACCONTA....

26.11.2023 17:41

Appuntamento consueto con una delle più belle e particolari rubriche di Pescarasport24.it. Il Delfino Rampante racconta…oggi un'altra gara da dimenticare. E non solo. Buona lettura!

219 avanti Cristo. Il generale cartaginese Annibale conquistò Sagunto, città romana situata nell'attuale Spagna all'interno del territorio della regione valenciana per intenderci. Tito Livio, storico romano autore degli Ab Urbe Condita, una delle più importanti Storie di Roma, commentò così la grave situazione politica e militare dell'Impero: dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur. Mentre a Roma si discute, Sagunto viene espugnata.

Per citare riferimenti piu vicini a noi nel tempo... Parole, parole, parole, soltanto parole. Parole tra noi: canterebbe Mina.

Un po' quello che sta accadendo oggi ai biancazzurri. Da un lato le parole di capitan Brosco secondo il quale bisogna invertire la rotta; quelle di ZZ il quale ammette - amaramente aggiungiamo - che in partita la squadra non riesce a fare quello che sta provando da quattro mesi a questa parte in allenamento; e quelle del presidente Sebastiani che giustifica in parte la sconfitta contro la prima della classe, appigliandosi alla forza degli avversari e al paio di occasioni capitate al Pescara negli ultimi minuti del match.

Dall'altro, la classifica che comincia seriamente a preoccupare: la vetta ormai è lontana - anzi lontanissima - e il Delfino racimola la pochezza di un solo punto nelle ultime cinque partite. Ultima vittoria addirittura più di un mese fa: 1-4 (il 22 ottobre scorso) in casa di una Lucchese che, per giunta, ha giocato gran parte della partita in inferiorità numerica.

In una serata da tregenda, non solo meteorologica, all'Adriatico passa pure il Cesena (0-1) e il risultato sarebbe potuto essere ben più pesante se non ci fossero stati i miracoli del solito Plizzari e se i romagnoli fossero stati un pochino più precisi sotto porta.

Pescara praticamente non pervenuto, completamente in balia della squadra avversaria tranne nei minuti finali: troppo poco per giustificare Merola e compagni, anche se non c'e nulla da giustificare nell'imbarazzante performance offerta ieri dal Delfino.

Insomma, il sacrificio della patria nostra è consumato: come scrive Ugo Foscolo ne "Le ultime lettere di Jacopo Ortis" parlando della cessione di Venezia all'impero d'Austria da parte di Napoleone con il trattato di Campoformio.

Come dire, traducendolo in termini sportivi biancazzurri, scordiamoci la vittoria del campionato e cerchiamo di ottenere il miglior piazzamento possibile in vista dei play off. Concetto sottolineato anche dal numero uno adriatico a fine partita. E certificato anche dai numeri: 1 solo misero punticino nelle ultime 5 gare - dicevamo qualche riga più su - frutto dell'1-1 casalingo contro il Rimini e di ben 4 sconfitte di cui addirittura 3 all'Adriatico (Torres, Recanatese e Cesena) e una in trasferta (Carrarese). Ultime 5 partite nelle quali il Pescara ha realizzato la miseria di soli 4 gol. In controtendenza per le squadre di Zeman e a ribadire la cronica mancanza stagionale di un bomber di razza adatto per la categoria.

Questa è la fine [...]. La fine dei nostri piani elaborati. La fine. Sono i versi di "The end", celebre canzone dei Doors uscita nel 1967.

Tornando al Delfino, se non è la fine poco ci manca. Almeno che non si inverta la rotta di una stagione che comunque sembra, a più, già compromessa. E siamo solo a novembre.

Intanto si è passati dai 7200 spettatori dell'esordio contro la Juventus NG e dagli 8500 circa del derby contro il Pineto, nella strana casa-non casa dell'occasione, ai 4000 di ieri. E le responsabilità sono in minima parte da attribuire alle avverse condizioni meteo.

This is the end. O quasi.

Il Delfino Rampante 

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