
Oddo: "Proveremo a prenderci quello che 1 anno fa ci fu tolto immeritatamente"
Un po' Guardiola e un po' Zeman? No, Massimo Oddo è semplicemente....Massimo Oddo. Con sue idee, con il suo gioco, con la sua filosofia e con la sua esperienza da calciatore che ora torna utile anche dalla panchina. "Oddolandia" è un qualcosa di diverso da tutto il resto e da quello già noto del mondo del calcio. Nemmeno il celebre papà, Franco, è nel Pantheon dei suoi modelli. Massimo Oddo è semplicemente se stesso, nel bene e nel male. Ed ora tutto l'Italia del Pallone si è accorta di questo allenatore rampante che vince e incanta. Intervenuto a Radio 24 nel corso della trasmissione “Tutti convocati”, Oddo ha trattato vari argomenti. L'Oddo allenatore: “Per quanto riguarda la mia formazione, non mi ispiro a Zeman. Siamo molto diversi. Entrambi utilizziamo tre attaccanti, ma i miei esterni non sono mai larghi. Vengono dentro. Sono più dei trequartisti cui piace fraseggiare. Sono un giovane tecnico. Ho ancora parecchia esperienza da fare. Non ho modelli. Diciamo che ho tratto insegnamenti dai tanti bravi maestri che ho avuto da calciatore. L’esperienza indiretta mi ha aiutato tanto". Il suo Pescara, il Trapani e la finale: "Il mio Pescara ha una peculiarità ben precisa: cerca sempre di imporre il suo gioco. Non mi piace speculare. Quando gli avversari ce lo permettono sappiamo essere molto pericolosi. Diversamente, abbiamo imparato a soffrire, perchè nel calcio non è sempre possibile tradurre in pratica la teoria. La maturità sta proprio in questo. Adesso proveremo a riprenderci ciò che ci è stato tolto immeritatamente lo scorso anno. Sarà dura, lo sappiamo. Il Trapani ha meritato di centrare la finale. E’ una complesso solido, giusto mix di gioventù ed esperienza, con attaccanti molto temibili. In più può godere di un vantaggio niente affatto trascurabile, quello di giocare il ritorno in casa. Sarà, dunque, importante, se non fondamentale, vincere all’Adriatico". Su Lapadula: "Gianluca è la nostra punta di diamante sempre al servizio della squadra. E’ questa la sua forza. Non molla mai. E’ letale negli ultimi 25 metri. Andrà di certo in serie A. Non chiedetemi in quale squadra, perchè non lo so. Oltre a lui ho la fortuna di allenare tanti ottimi calciatori. Il materiale umano è imprescindibile per sviluppare certe idee di gioco. Il merito è della società e dei direttori che hanno allestito un organico di qualità. La forza di una squadra dipende sempre e solo dalla società”.
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