Prima squadra

Siamo alle solite...Anno nuovo, vecchi difetti

Il punto in vista del posticipo da non fallire

12.01.2024 00:01

Siamo alle solite. Anno nuovo ma vecchi difetti per un Pescara che ha iniziato il 2024 ed il girone di ritorno nel peggiore dei modi. La sconfitta in casa della Juventus Next Gen è una clamorosa bocciatura per la squadra di Zeman, che anche in questa circostanza ha vestito i panni del Dottor Jekyll e quelli di Mister Hyde nell'arco di 90 minuti per poi ritrovarsi con un pugno di mosche in mano e vedersi scalvata in classifica dal Perugia, prossimo avversario in uno scontro diretto assolutamente da non fallire e da affrontare senza lo squalificato Mesik. La prima partita dopo la sosta di campionato è sempre una vera incognita per tutti – e lo sanno bene le big del calcio che storicamente faticano, o addirittura vanno ko, contro le provinciali – ma la prestazione offerta al Moccagatta di Alessandria, contro una squadra ancor più giovane di quella biancazzurra e non di certo irresistibile, lascia tutti interdetti. Per quasi 40 minuti il Pescara ha gestito tempi e ritmi di gioco quasi a proprio piacimento, sbloccando anche presto il risultato e creando i presupposti del raddoppio, che forse non avrebbe messo in ghiaccio i 3 punti ma che avrebbe di certo indirizzato a proprio favore l'inerzia di una sfida che poi è cambiata in modo del tutto clamoroso dopo il pari bianconero. Prima della rete di Damiani il Delfino aveva patito meno del minimo sindacale, è bastato il jolly pescato dal play juventino per mandare in crisi una squadra che per il resto della partita ha prodotto pochissimo ed ha sbandato paurosamente in fase difensiva. Fatto ancor più grave, anche dopo aver trovato subito il 2-2 dopo il primo sorpasso bianconero la squadra di Zeman non è riuscita a ritrovare fiducia ed il bandolo della matassa. Le reti incassate dagli sviluppi da palla inattiva sono ormai da anni una triste costante, alla quale non si riesce proprio a porre rimedio. E che dire delle palle inattive offensive? I corner sono sempre calciati corto, ad esempio, e sprecati. Va bene che non ci sono grandi saltatori, ma mettere una palla tesa in mezzo può sempre creare qualche insidia specie nel finale quando si va in the biox senza stare tanto a ragionare… Ma ciò che più preoccupa è l'atteggiamento di una squadra diventata molle e timorosa. Del tutto inconsistente. I fischi degli 81 tifosi presenti ad Alessandria e le parole di Zeman al triplice fischio hanno solo sottolineato ciò che è ormai a tutti evidente da diverse settimane: questo Pescara, senza i giusti correttivi sul mercato e senza un cambio di rotta più nell'atteggiamento che negli aspetti tecnici e tattici, faticherà anche a conquistare il terzo posto, l'unico obiettivo rimasto alla truppa dopo l'eliminazione dalla Coppa Italia e l'inarrestabile fuga del tandem Cesena-Torres in vetta alla graduatoria. Oggi il Delfino è quinto, a 3 punti dalla Carrarese, che è stata comunque bloccata sul pari dal fanalino di coda Fermana, e dietro di una lunghezza dal Perugia, che ha liquidato con un secco 3-0 la Lucchese al Curi. La partita di lunedì sera all'Adriatico diventa un crocevia della stagione. Perdere, infatti, aprirebbe per davvero una crisi che ormai è latente da mesi e che il tris di vittorie consecutive contro Virtus Entella, Pontedera ed Olbia sembrava aver archiviato. Prima della sosta i due pareggi consecutivi con Ancona e Fermana erano stati un chiaro segnale, la sconfitta in casa della Juventus NG è la conferma che questo Delfino ha più problemi che soluzioni. Infortuni, influenza ed altre giustificazioni lasciano il tempo che trovano perchè il contenuto della prestazione offerta in Piemonte è simile a quello di altre, troppe partite in una stagione che di questo passo rischia di diventare da anonima a del tutto negativa. Resta il terzo posto come orizzonte, non lontano e non impossibile da raggiungere. Ma a patto di cambiare per davvero marcia e mentalità. 

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