
10 motivi per i quali il Pescara deve andare in Serie A
Si sono aperte le porte della finale. Trapani e Pescara si sono rincorse a distanza da metà marzo: il 26, per la precisione, mentre la squadra di Oddo incappava nell’ennesimo stop consecutivo contro la Ternana, i siciliani espugnavano il campo dello Spezia (coincidenza) sorpassando i biancazzurri in classifica. Da quel momento in poi una lunga volata per il terzo posto, l’esito è roba nota: all’ultima giornata pareggio del Delfino con il Latina e controsorpasso Trapani vittorioso a Bari. Ma per quale ragione è proprio il Pescara a meritare il passaggio nella massima divisione italiana? Noi ne abbiamo trovate dieci.
- Anzitutto per il gioco espresso: è ormai risaputo che il Pescara ha obiettivamente nelle gambe il miglior calcio di B (e considerata la mediocrità della scorsa stagione di Serie A, avrebbe messo in difficoltà almeno le ultime 5 della “top division”)
- Un po’ scontato, ma è il pubblico un altro fattore chiave degli abruzzesi: nell’analisi di stagione, gli spettatori dell’Adriatico sono sesti in classifica con una media di 8.111 paganti; il Trapani supera appena le 5.000 presenze. I record stagionali parlano di una folla di 14000 persone per Pescara – Lanciano contro le 6959 anime di Trapani – Novara.
- Perché il Pescara ha il bomber del campionato, un uomo che ha staccato tutti (e non di poco) consacrandosi senza nemmeno calciare un rigore: Gianluca Lapadula è da solo un motivo per il quale il Pescara merita di andare in Serie A. Dall’altra parte, il “miglior marcatore di squadra” è Citro con 13 gol, agganciato in casa abruzzese anche da Caprari. Fatevi due conti.
- Quasi collegato al punto tre, un’altra valida ragione è che la Oddo’s band ha il miglior attacco dei playoff e miglior differenza reti tra le due compagini.
- Per dimostrare che a volte non basta l’esperienza per vincere le partite: il Pescara ha una età media di 25.9 anni, inferiore a quella siciliana con 27.2 (dati transfertmark).
- Perché il valore della rosa è superiore, dati alla mano: i biancazzurri sfiorano i 24 milioni di euro, con Lapadula, Verre e Crescenzi i più “preziosi”. I granata sono fermi a 8,88 milioni (dati transfertmark).
- Perché perdere due finali di fila farebbe troppo male: siamo sinceri, la cavalcata della passata stagione meritava altro esito. Bologna a tratti "triturato" in finale, ma il doppio pareggio non servì a raggiungere il sogno premiando i felsinei. Quella traversa di Melchiorri, a tempo scaduto, non ha bisogno di ulteriori commenti.
- Perché è la favola con il finale migliore: un allenatore pescarese che porta in auge la squadra della sua città. Oddo ha dimostrato di poter fare il salto di qualità, ma per la sua carriera ha necessariamente bisogno di non fallire il doppio appuntamento del 5 e del 9 giugno.
- Perché abbiamo una “tifoseria” d’eccezione sparsa ovunque. Da Birkir Bjarnason a Marco Verratti, da Gaston Brugman a Zdenek Zeman, da Ciro Immobile a Maurizio Sarri.
- Perché i due tormentoni “ma dova cazza vi” e “con Lapadula…” di Marco Papa meritano il massimo del successo.
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