Le storie e la presentazione del testacoda Pescara-Frosinone
Una gara, mille motivi di interesse
L'ultima sfida la prima. Oggi, allo stadio Adriatico-Cornacchia, il Pescara alle 17:15 riceve il Frosinone e cerca l'impresa. Con un successo verrebbe agganciata la Samp al penultimo posto, complice lo stop blucerchiato a Palermo nell'anticipo (1-0), e la truppa è determinata a regalare una soddisfazione al pubblico di casa nel primo di due impregni interni di fila (settore ospiti sold out da giovedì). Mancheranno Pellacani, Merola, Oliveri, Kraja, Giannini, Olzer e Tsadjout, che si è procurato una lesione miotendinea del retto femorale e verosimilmente a gennaio tornerà a Cremona (per la sostituzione circolano 3 nomi: Corona, Inglese e Montevago, anche se il sogno è avere in cambio dai grigiorossi De Luca). Gorgone è uno degli ex di turno. In Ciociaria, come vice di Roberto Stellone, ha centrato due promozioni di fila, la prima dalla C alla B nella finale playoff vinta col Lecce di Lerda nel 2014 e in A la stagione successiva, un trionfo storico per il club di Stirpe capace poi di salire altre due volte in A, nel 2018 e nel 2023 con il pescarese Fabio Grosso al timone. Gorgone ha poi scelto di seguire Stellone nelle esperienze di Bari, Palermo, Ascoli e Arezzo prima di far ritorno nell’estate 2021 a Frosinone per iniziare la carriera di capo allenatore nella Primavera gialloazzurra, conquistando la vittoria del campionato e la promozione in Primavera 1. In quella stagione l'attuale tecnico del Pescara ha lanciato e valorizzato il portiere Palmisani, oggi titolare dell'Under 21 e successore dunque del biancazzurro Desplanches in azzurro, il difensore Bracaglia, uno dei punti di forza della squadra di Alvini, e l’attaccante Selvini (attualmente infortunato) che lo scorso anno lo stesso Gorgone ha voluto a Lucca (7 reti). Non c'è tempo per i ricordi, però, anche perchè c'è il treno salvezza da rincorrere e per farlo sarà determinante anche il mercato di gennaio. “Alcuni ruoli sono da ricoprire, ad esempio ci mancano dei mancini. Ma mi sto soffermando ancora poco su queste cose, riparliamone dopo il 27”, ha detto ieri il tecnico biancazzurro. Delle strategie Gorgone parlerà a brevissimo con la società, ma è chiaro che serviranno giocatori pronti e non da riatletizzare. Adesso la testa è solo sul Frosinone. E poi sulle partite con Reggiana e Spezia per salutare al meglio il 2025 e proiettarsi al nuovo anno solare con rinnovate speranze e fiducia. Una bella fetta di stagione si gioca infatti adesso. A partire da oggi, quando la capolista che non ti aspetti non vuole fermarsi. Ma non sottovaluta il testacoda di B in casa di un Pescara che cerca punti pesanti in un match sulla carta impossibile. A Frosinone in pochissimi mesi è cambiato tutto. Alla fine dello scorso campionato, iniziato con Vincenzo Vivarini in panchina, la squadra ciociara avrebbe dovuto disputare i playout, ma dopo una penalizzazione di 4 punti da parte della Figc nei confronti del Brescia, si è salvata automaticamente dando vita in estate ad un cambio di ds (da Angelozzi a Castagnini) e di ossatura del gruppo, scelte che con il senno di poi si sono rivelate azzeccatissime. Come quella del condottiero Massimiliano Alvini, un altro che, come l'Araba Fenice, è risorto dalle ceneri. Retrocesso in C alla guida del Cosenza, il tecnico in 213 giorni è passato dall'ultimo al primo posto della stessa categoria grazie ad un attacco atomico, il migliore di B con 29 gol all'attivo, e a un manipolo di giocatori che prima dicevano poco al grande pubblico. Si va da Ghedjemis, Bracaglia, Kvernadzec a Calvani, Monterisi, Barcella Palmisani e Cichella passando per Filippo Grosso, figlio del Fabio Mundial a Germania 2006 e nipote dell'icona biancazzurra Giorgio Repetto. Il 19enne centrocampista è uno dei tanti giovani emergenti del campionato, che è già andato in gol, al debutto da titolare, nella quinta giornata del torneo, nella quale la Lega di B lo ha addirittura eletto “Player of the Week”. Grosso non è il solo giocatore gialloazzurro che ha legami con Pescara. Nella rosa di mister Max Alvini, infatti, c'è ad esempio Edoardo Masciangelo, colui che realizzò il rigore decisivo nella lotteria finale del playout thrilling con il Perugia di Massimo Oddo il 14 agosto 2020, l'ultima vera pagina felice del Delfino in cadetteria. E c'è anche Edoardo Vergani, la grande promessa mai mantenuta. Arrivò a Pescara come grande colpo dell'estate 2022, in cerca di rilancio da qualche annata deludente dopo aver fatto sfracelli nelle giovanili dell'Inter, e addirittura Zdenek Zeman all'inizio lo preferiva a Facundo Lescano. Ma due anni e mezzo costellati da tanti infortuni e pochissimi gol hanno portato lo scorso gennaio all'addio, nonostante mister Silvio Baldini lo avrebbe mantenuto volentieri in organico. Non è titolare (191' di impiego e una rete in 8 spiccioli di presenze) nella coop del gol (i capocannonieri sono Koutsoupias e Ghedjemis con 5 sigilli, come il biancazzurro Di Nardo) che oggi sfida la peggior difesa del torneo con già 30 marcature al passivo. Nella rosa del Frosinone ci sono poi due giocatori che in estate erano stati in orbita pescarese, il centrocampista Giacomo Calò, metronomo che ha già griffato 5 reti e che il ds Pasquale Foggia apprezza e stima dall'epoca della comune esperienza di Benevento, e il difensore Andrea Cittadini. Quest'ultimo era stato vicinissimo davvero al Pescara, mancavano solo le firme per mettere nero su bianco il prestito dall'Atalanta, ma poi il calciatore ha deciso di tornare dai ciociari, che bene lo avevano trattato la scorsa stagione nonostante sia stato quasi sempre ai box per un brutto guaio al ginocchio. E proprio Cittadini getta acqua sul fuoco dei facili entusiasmi: “L’obiettivo principale è sempre la salvezza”, le sue parole, “però guardando anche la stagione dell’anno scorso mi focalizzerei sul giocare partita dopo partita. Però, ovviamente, perché non sognare? Siamo una squadra forte, in campo sappiamo cosa fare e siamo coordinati. Possiamo toglierci tante soddisfazioni e, dopo l'ultima annata, molti di noi hanno voglia di riscatto e di fare bene”. La parola passa al campo

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