Ultimo da solo. E con una vera montagna da scalare
La stagione del Delfino non si deciderà a maggio, ma nei prossimi due mesi
Adesso si fa davvero dura, anche se ci sarebbe ancora tutto il tempo per recuperare. Pescara ultimo, da solo, dopo il successo di misura dello Spezia nel derby ligure con la Samp. Serve un'immediata inversione di tendenza, poi da confermare con un filotto, che questo Pescara oggi non sembra in grado di compiere. Dopo 14 partite e un cambio di guida tecnica, Il Delfino ha appena 9 punti, ha vinto una sola volta e perso la metà delle partite disputate, ha una difesa da brividi, la peggiore del torneo con 29 gol al passivo, e guida le principali statistiche negative a livello europeo. La situazione, insomma, sembra già compromessa, anche se si è solo a inizio dicembre e c'è ancora più di metà regular season da affrontare. Mettersi tre formazioni alle spalle per andarsi a giocare i playout e addirittura cinque per salvarsi direttamente, però, al momento sembra una vera e propria utopia, dopo che finora la squadra ha fallito tutti gli appuntamenti cruciali, dentro e fuori casa. All'Adriatico i biancazzurri hanno conquistato 7 dei 9 punti totalizzati, ma hanno giocato due gare in più rispetto alle trasferte e ne hanno perse 3, compresa l'ultima con il Padova che valeva doppio. Con una vittoria le distanze tra le due matricole si sarebbero accorciate a due lunghezze, con la sconfitta si sono invece dilatate a otto e si è confermato il dato più preoccupante di tutti: il Pescara non sa vincere gli scontri diretti. Ad esempio non ha vinto nemmeno una gara con le altre neopromosse (delle quali 2 all'Adriatico), ha perso in casa di Mantova e Sampdoria, ha raggiunto solo al fotofinish il Sudtirol nel proprio impianto amico ed è stato acciuffato in pieno recupero dall'Entella a Chiavari, tutte partite che una squadra che deve mantenere la categoria non può permettersi di steccare in serie. L'arrivo in panchina di Giorgio Gorgone ha certamente portato qualcosa di positivo, in termini di atteggiamento, aggressività, predisposizione ad un calcio più offensivo e anche a livello tattico, ma non ha mutato una media punti che adesso, per raggiungere l'obiettivo stagionale, dovrebbe diventare di 1,3 nelle restanti 24 partite per assicurare i teorici 33 punti mancanti al traguardo. Contro il Padova, un po' per scelta ma soprattutto per necessità date le defezioni di Squizzato e dell'imprescindibile Dagasso, il tecnico ha scelto un assetto iper offensivo, con tre vere punte a formare un tridente atipico - senza dunque ali di ruolo - e con Meazzi centrocampista puro con poco equilibrio di base. Non una scelta azzeccata. La fortuna, però, questa volta non ha aiutato il contendente audace, complice la decisione del Var sulla rete di Meazzi che avrebbe di certo cambiato la storia della partita, ma quello che ha saputo far calare la sua truppa nel clima da battaglia, badando al sodo pur non avendo un'interpretazione di gara totalmente rinunciataria. In prospettiva, con il pieno recupero di Giacomo Olzer, il top player del Delfino il cui lungo sostare ai box ha creato non pochi problemi alla precedente gestione tecnica (era assente dall'amarissima gara del Marassi del 5 ottobre), finalmente recuperato e già lanciato in campo sabato, verrà probabilmente confermata la difesa a 3 e ci sarà un trequartista dietro due attaccanti, per provare da qui a fine dicembre a fare più punti possibile per non staccarsi dal treno salvezza. Poi, dopo la fondamentale sfida in casa dello Spezia nel lunch match del 27 dicembre, si aprirà il mercato di gennaio e sarà necessario intervenire subito, senza indugiare, per innestare nel telaio almeno 4 elementi di spessore. La stagione del Delfino non si deciderà a maggio, ma nei prossimi due mesi.

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